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La Farmacia italiana: intervista in esclusiva al dottor Attilio Mediatore, massimo esperto del settore

La Farmacia italiana: intervista in esclusiva al dottor Attilio Mediatore, massimo esperto del settore
  • Pubblicato5 Febbraio 2013

Il logo delle Farmacie del "Ben-essere"
SALUTE – Il dottor Attilio Mediatore, massimo conoscitore di pregi e difetti della Farmacia Italiana, ideatore del marchio “Farmacie del Ben-essere”, intervistato in esclusiva per Cronaca Flegrea, risponde con la sua solita grande competenza ai diversi quesiti fondamentali per i farmacisti italiani, desiderosi di “vincere” la loro sede farmaceutica grazie al neonato “Concorso straordinario per soliti titoli”,regalo improbabile a detta di molti, dell’altrettanto discutibile Governo Monti.

Che tipo di concorso è questo solo “per titoli”? Pregi, difetti?
Ha il pregio di soddisfare entrambi i suoi letterali significati: l’accorrere, l’affluire di molte persone nello stesso luogo e quale competizione per assegnare incarichi, impieghi o premi, ma l’irreparabile difetto di avere, premeditatamente, ucciso la meritocrazia!

Ha dato un’occhiata alle “zone” ove saranno collocate le sedi vinte? Che idea si è fatto?
Non di rado le “nuove” zone, testimoniano che il comune non è rimasto insensibile “al grido di dolore” che si è levato dai titolari e talora addirittura ha ceduto alla tentazione del “dispetto”.

Il dottor Rosario Porzio

Lei ha seguito negli anni l’apertura di molte farmacie in tutta Italia, “vinte” con il “vecchio” concorso per titoli ed esami. Negli ultimi dieci anni che sedi si sono vinte? Che differenza ha notato tra le vecchie e le nuove collocazioni?
Il vecchio concorso, era svolto per l’assegnazione di sedi istituite, salvo rarissime deroghe, in base al parametro demografico, ognuna delle quali aveva quindi un omogeneo numero di residenti. Il nuovo, per quanto già detto, assegna sedi o “nel deserto” o nell’ingorgo delle “partenze domenicali per il mare”

Quali regioni trova più interessanti per il “Concorsone”?
Quelle a reddito pro capite più alto, dove il “cassetto” può attenuare le ripercussioni del calo vertiginoso imposto alla spesa farmaceutica: l’unica, nell’incontrollabile spreco in sanità, il cui ammontare, invece esattamente definibile, è puntualmente bersagliato.

Quanto redditizia è oggi una farmacia rispetto a qualche anno fa?
La redditività della farmacia, attualmente aggravata dalla crisi economica, si è più che dimezzata.

Cosa pensa delle associazioni che concorrono per la prima volta in un Concorso per Sedi Farmaceutiche?
Il frutto della “politica dell’annuncio”: con il ridimensionamento del parametro abitanti/farmacie, si è affermato che si sarebbero aperte 5.000 nuove farmacie, senza considerare che i quasi 1.000 comuni con meno di 750 abitanti (650 di essi non raggiungono nemmeno i 500 residenti), non potranno ospitare una farmacia perchè incapaci di assicurarne la sopravvivenza. Con la “novità” delle associazioni si è partorito un pateracchio normativo, ottenebrato dai “chiarimenti” (?!) ministeriali: la titolarità “è attribuita congiuntamente in capo agli associati” (!), con il vincolo della gestione paritaria associata per dieci anni. Una camicia (di Nesso) troppo corta per coprire le terga di due associati, destinata a diventare una moderna “Vergine di Norimberga”, strumento di mortale tortura, per gli incauti che dovessero, in numero maggiore, tentare la sorte.

Che tipo di graduatorie prevede?
Diversa da regione a regione: i criteri di valutazione dei titoli sono affidati alla singola commissione! Ottima premessa per surclassare il “facite ammuina” falsamente attribuito al Regolamento della Marina del Regno delle Due Sicilie.

Quanto tempo passerà per vedere la prima graduatoria definitiva regionale?
La burocrazia nostrana, si caratterizza per il minimo dispendio di energie che la rende meno veloce,
ma più longeva, della tartaruga.

Cosa pensa delle parafarmacie?
Un pannicello caldo incapace di intiepidire l’immotivato gelo imposto a professionisti, certamente paritariamente meritevoli, ai quali andava decisamente assicurata una migliore e più dignitosa posizione sul “pianeta del farmaco”.

Negli ospedali è obbligatorio il servizio di farmacia, affidato al farmacista. Perché questo servizio non è richiesto quale requisito essenziale per l’accredito con il SSN delle migliaia di case di cura esistenti? perché nelle carceri, sulle navi da crociera (con a bordo migliaia di persone tra ospiti e personale) il farmaco non è distribuito dal farmacista? perché altrettanto avviene in ogni comunità nella quale si utilizzano medicinali? Chi è per lei “il farmacista titolare modello” della futura farmacia?
Quello professionalmente attento, oltre che al recupero della salute, alla prevenzione della malattia ed al benessere, anche estetico, di ogni ospite della propria farmacia.

DOTTOR ROSARIO PORZIO