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Bacoli

«Infanzia come bene comune: il discutibile ritardo di Bacoli»

«Infanzia come bene comune: il discutibile ritardo di Bacoli»
  • Pubblicato18 Settembre 2021

BACOLIRiceviamo e pubblichiamo: «Questa che volge al termine è la settimana in cui le scuole hanno riaperto i battenti in tutt’Italia. Un momento attesissimo considerate le difficoltà che la comunità scolastica ha vissuto negli ultimi due anni per effetto della pandemia da Covid-19: il coro unanime è :- “la scuola si fa solo in presenza”. Anche il Sindaco e l’Assessora alla Scuola del Comune di Bacoli, nel consueto messaggio di inizio anno, hanno voluto sottolineare che solo attraverso il ritorno nelle aule scolastiche si potranno finalmente “recuperare i valori fondamentali e irrinunciabili che la scuola offre, cultura, socializzazione, relazioni, crescita culturale e umana”. Una considerazione che condividiamo ma… non dimentichiamo qualcosa? O meglio: non dimentichiamo qualcuno? La risposta è si: parliamo di almeno 740 tra bambine e bambini che hanno da 0 ai 3 anni e che a Bacoli, ancora nel 2021, non hanno la possibilità di frequentare un asilo nido pubblico. Il tema è rilevante, coinvolge più di duemila cittadini, eppure ognuno di essi vive la crescita del proprio bambino o della propria bambina come una questione prettamente personale, uno sforzo d’immaginazione e di impegno nel districarsi tra strade e marciapiedi ostili, trovare le giuste strategie affinché si possano conciliare tempi di vita e tempi di lavoro. Il tema invece oltre a essere rilevante, è collettivo e politico! Politico perché riguarda il futuro del nostro paese: come ogni evidenza scientifica ci ricorda, investire nell’età evolutiva genera effetti positivi anche su tutta la comunità in termini di coesione sociale e sostenibilità ambientale. Politico perché la mancanza di servizi per l’infanzia genera disuguaglianze difficilmente colmabili nel corso della vita. Disuguaglianze che riguardano non solo bambini e bambine ma soprattutto le madri, considerato che in Italia le mappe che rappresentano i livelli di occupazione femminile sono perfettamente sovrapponibili con quelli della presenza degli asili nido; Politico perché gli obiettivi dettati dagli organismi di governo europei e nazionali per l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia fissano come “obiettivo tendenziale …almeno il 33 per cento di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale” e Bacoli, per quel che riguarda i posti nido pubblici, è ferma a 0. Su questo tema, lacune politiche si intercettano non solo in termini di servizi e risorse ma anche di dibattito pubblico: l’infanzia è un argomento che nemmeno viene sfiorato in campagna elettorale quand’anche l’ultimo dei candidati fa ricorso a sforzi d’immaginazione incredibili per presentare le proposte più strampalate. Insomma, vuoi fare un figlio a Bacoli? Affare tuo e di qualche generoso familiare. A mettere una pezza, o almeno a tentare di farlo, ci pensa il Sindaco, quando non più tardi di una settimana fa annunciava che 30, fortunatissime famiglie potranno far ricorso al voucher per iscrivere i propri figli e le proprie figlie in strutture private convenzionate. Il primo cittadino dice che la giunta ha deciso di “stanziare nuovi fondi per aiutare le famiglie in difficoltà economica, ad iscrivere i propri bimbi alla scuola dell’infanzia” in particolare in favore di 30 bambini di Bacoli, fino a 6 anni. E’ un caso questo, in cui anche la toppa è piena di buchi, innanzitutto perché i voucher sono rivolti solo a famiglie che hanno figli dai 2 ai 6 anni e poi perché il Comune di Bacoli non ha stanziato dei fondi ma si è limitato a utilizzare fondi ministeriali (SIEI) destinati e vincolati per finalità ben precise, che riportiamo in maniera sintetica qui di seguito: a) interventi di nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo; b) quota parte delle spese di gestione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione; c) la formazione continua in servizio del personale educativo e docente, in coerenza con quanto previsto dal Piano nazionale di formazione. Insomma, nessuna scelta lungimirante, né stanziamento di bilancio così come annunciato, semplicemente il tentativo di mettere una toppa alla mancanza di programmazione che nella nostra città sembra essere tratto comune a ogni amministrazione quando si parla d’infanzia. Cosa fare allora? Fare bene i compiti. Lo consigliamo alle ragazze e ai ragazzi che hanno ripreso scuola questa settimana ma lo consigliamo soprattutto ad amministratori e amministratrici di Bacoli che si troveranno a breve di fronte a scadenze e opportunità non più rinviabili (pensiamo al Next Generation EU ma anche alla riprogrammazione dei nuovi Fondi Siei): se si vuole realmente intervenire in maniera incisiva è il momento di programmare e investire nel futuro, un passo alla volta ma con lungimiranza».

Eduardo Ottobre,
Comitato Beni Comuni Bacoli