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Giovanni, accertamenti sul lavoro “in nero”. Nessun indagato ancora

Giovanni, accertamenti sul lavoro “in nero”. Nessun indagato ancora
  • Pubblicato18 Agosto 2025

BACOLI – Sulla morte di Giovanni Marchionni indaga la Procura di Tempio, che a seguito dell’autopsia ha disposto ulteriore esami per chiarire se l’arresto cardiorespiratorio sia stata causato per le esalazioni di gas da una batteria o da uno degli apparecchi di bordo. Al momento non ci sono indagati, nemmeno la proprietaria del motoscafo Anna Laura di Luggo, manager e consigliere delegato del cantiere Fiart Mare, di Baia. È lei l’armatore e costruttore del motoscafo  in vacanza nelle coste della Sardegna, dove è morto il 20enne bacolese Giovanni Marchionni.

LE INDAGINI – Per la Procura le dichiarazioni dell’armatore effettuate subito a margine del ritrovamento del cadavere pesano come macigni: “Giovanni era qui con noi in vacanza”  – è quanto avrebbe affermato la Di Luggo. Queste dichiarazioni, però non combaciano con quelle della famiglia di Marchionni: il giovane skipper lavorava a bordo (magari “ in nero”), partito (da solo?) con il motoscafo da Baia, mentre gli altri passeggeri lo attendevano in Sardegna. Tutti rivendicano chiarezza e verità per lo skipper fresco di patente, mentre l’inchiesta della Procura di Tempio avanza lentamente e con molta prudenza.  Annalaura di Luggo era in vacanza nelle coste della Sardegna. A Bacoli non ci sono dubbi sul rapporto di lavoro che legava Giovanni e il motoscafo Fiart 52, forse proprio l’ultimo dei modelli realizzato dal cantiere di famiglia della Di Luggo.