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Estorsioni con mitra a ristoratori e al mercato ittico di Pozzuoli: smantellata la banda del boss ‘fantasma’

Estorsioni con mitra a ristoratori e al mercato ittico di Pozzuoli: smantellata la banda del boss ‘fantasma’
  • Pubblicato20 Luglio 2021
Carlo Avallone

POZZUOLI – Una lista di commercianti da taglieggiare e di somme da pagare. Negozianti, ristoratori e rivenditori del mercato ittico di Pozzuoli ascoltati dagli investigatori che hanno confermato di essere stati vittime di minacce. I nomi erano segnati all’interno di una sorta di agenda rinvenuta all’interno di un nascondiglio. Questa mattina, a Pozzuoli, i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Carlo Avallone, noto come “il fantasma” (già detenuto presso la casa circondariale di Palermo ndr); Marco Gelminno, detto “Spaghetto”, e Massimo Ferri. I tre indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di estorsione, tentata estorsione in concorso e detenzione e porto illegale di armi, con le aggravanti delle finalità mafiose. Utili per la ricostruzione dei vari episodi, risalenti al 2017, sono state le attività di intercettazione con i riscontri delle testimonianze rese dalle vittime. Un ruolo decisivo, ai fini del buon esito dell’attività investigativa, è stato, inoltre, il ritrovamento della ‘contabilità’ nel libro mastro scovato nel nascondiglio.

Marco Gelminno

RACKET CON PISTOLE E MITRAGLIATRICI – Le attività investigative dei militari dell’Arma, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di reità a carico degli indagati in ordine a sei estorsioni in danno di titolari di attività di ristorazione, commercianti al dettaglio e rivenditori nel mercato ittico di Pozzuoli con richieste di somme di denaro tra gli 800 e 3000 euro, avanzate anche con l’uso di mitragliatrici e pistole. Le indagini hanno messo in luce alcuni episodi estorsivi perpetrati, tra il mese di settembre e il mese di dicembre 2017, da un gruppo di soggetti facenti capo ad Avallone il quale, forte dell’assenza dal territorio dei capi storici del clan Longobardi, avrebbe posto in essere numerosi raid armati ed esplosione di colpi d’arma da fuoco nei confronti delle attività commerciali. Se ne contano almeno 10 in tre mesi.