Estorsione all’ospedale di Pozzuoli: affiliato ai Longobardi torna in libertà
POZZUOLI – Revocata la misura della sorveglianza speciale a Marco Vaccaro, 32enne di Quarto, uno dei tre autori dell’estorsione ai danni di un imprenditore edile impegnato nei lavori di ristrutturazione all’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. Su istanza dell’avvocato difensore Luca Gili, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha accolto la richiesta e annullato la misura che era stata fissata in tre anni per la “pericolosità sociale” di Vaccaro, che nel 2018 era stato arrestato insieme a Ferdinando Longobardo, 64 anni, fratello del boss di Pozzuoli Gennaro Longobardi (l’ultima lettera del cognome è diversa per un errore in sede di registrazione all’anagrafe) e al genero di quest’ultimo, Salvatore Carullo. I tre erano poi stati condannati dalla Corte di Appello di Napoli: Longobardo a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni; Carullo e Vaccaro a 3 anni e 4 mesi. Proprio Vaccaro, dopo aver espiato la pena, era stato sottoposto alla misura poi revocata dopo sei mesi.
LA VICENDA – Ad incastrare la banda, che agiva per nome e per conto del clan Longobardi, furono i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. Nelle loro mire dei tre erano finiti un noto imprenditore edile di Pozzuoli e il titolare di una sala giochi di Monterusciello. Al primo, che si era aggiudicato un appalto da oltre 3 milioni e mezzo di euro per lavori di ristrutturazione all’interno dell’ospedale di Pozzuoli, Longobardo e Carullo chiesero una tangente da 150mila euro. All’epoca Longobardo, sorvegliato speciale, era ai vertici del clan dopo l’operazione “Iron Men” che aveva smantellato i gruppi di Ferro, Palumbo e Del Sole. Vaccaro, invece, al piccolo imprenditore aveva chiesto 400 euro mensili per l’installazione di macchinette videopoker.