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Donna accoltellata per un posto auto, parla la sorella: «Nessun perdono per gli aggressori»

Donna accoltellata per un posto auto, parla la sorella: «Nessun perdono per gli aggressori»
  • Pubblicato30 Ottobre 2021
Angela Barca

QUARTO/MARANO«Non li perdono, chiedo per loro una condanna esemplare». Dopo 10 giorni ha ancora negli occhi la paura e la rabbia Angela Barca, sorella maggiore della 34enne di Marano massacrata di botte e poi accoltellata per un posto auto. I carnefici Adriano Grillo, 40 anni; la moglie Giovanna Lotti, 38 anni; e il 17enne figlio della coppia sono ancora in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Ma Angela chiede giustizia per la sorella, per i suoi nipotini e per la famiglia che, nonostante le dimissioni dall’ospedale, vive ancora giorni di angoscia e di sofferenza per i problemi fisici e lo stato psicologico in cui versa V.B. dopo le coltellate ricevute.

I coniugi accusati dell’aggressione insieme al figlio

L’ANGOSCIA – Ad accanirsi contro di lei il 20 ottobre scorso furono madre, padre e figlio. Due i momenti dell’aggressione avvenuta nei pressi della rotonda di Maradona: la prima in un negozio di articoli cinesi, dove la vittima fu massacrata di botte da padre e figlio; la seconda, dopo pochi minuti, in strada dove fu accoltellata più volte. «Quelle immagini sono rimaste impresse nella nostra mente. -racconta Angela– Mia sorella poteva trovarsi insieme ai suoi figli piccoli (di 6 e 4 anni) e solo a pensare cosa sarebbe potuto accadere mi vengono i brividi. Abbiamo vissuto giornate di angoscia, è stata dura vedere mia madre terrorizzata al solo pensiero che mia sorella potesse rimanere paralizzata quando, dopo le coltellate, non riusciva più a muovere le gambe. Ripeteva “anche se non può muoversi l’importante è che è viva».

LA CONDANNA – «Padre, madre e figlio sono violenti e meritano una pena esemplare, degna di un paese civile – conclude Angela- mia sorella aveva già denunciato, c’erano state già delle avvisaglie dopo un litigio in mattinata. Arrivare a tanto è inaccettabile e ingiustificabile. Potevano ammazzarcela e se oggi è viva è solo grazie a un miracolo».

IL VIDEO DELL’AGGRESIONE