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Dal Ministro Santanchè la “sfilata” di chi da 30 anni fallisce l’obiettivo turismo a Pozzuoli e nei Campi Flegrei

Dal Ministro Santanchè la “sfilata” di chi da 30 anni fallisce l’obiettivo turismo a Pozzuoli e nei Campi Flegrei
  • Pubblicato3 Aprile 2025

POZZUOLI – La foto di gruppo della larga delegazione dei Campi Flegrei con il ministro al turismo Santanché lascia assai perplessi. Come le richieste che vengono avanzate nel nome del turismo. Vanno bene, che dubbi ci sono, le richieste di sostegno per le attività commerciali che sono state colpite dalla crisi del bradisismo, ma quello che lascia perplessi è la mano tesa in nome della “crisi del turismo”. Bisogna trovare una nuova formula per non farci prendere a pernacchie. Nella delegazione flegrea c’è un insieme variegato di personaggi tra cui promoter, comunicatori, politici che fanno gli assessori al turismo dai tempi in cui il presidente degli Stati Uniti era Bill Clinton e albergatori veri che sono lì a tendere la mano, una sovvenzione, un contributo, qualsiasi cosa, per il rilancio de turismo. Ecco. Esattamente di quale rilancio sono andati a parlare sindaco di Bacoli e compagnia? Perché gli unici turisti veramente attratti dai Campi Flegrei sono, da decenni, solo quelli che vengono visti passare attraverso il porto, direzione Ischia. Diciamolo: i numeri fanno sorridere, se non ridere.

I SITI – Non c’è un solo monumento dei Campi Flegrei che spicchi nella classifica dei siti più visitati. E il bradisismo non c’entra nulla. Zero. L’anfiteatro Flavio è da sempre chiuso a metà, per emergenze di vario tipo e non solo legate alle scosse; gli scavi del Rione Terra, di cui si sono smarrite le tracce di quanto siano effettivamente costati negli ultimi venticinque anni, sono chiusi da tempo; la Solfatara è ormai off limits dopo la disgrazia del 2017 ed era, sito privato, uno dei pochi posti in cui si faceva la fila per entrare. E Cuma? Il luogo dove sbarcò Enea di ritorno da Troia, è praticamente sconosciuto ai più: tutti vanno a Ercolano, Pompei ma non sulla costa flegrea. Inutile insistere sul fatto che inseguiamo da decenni politiche sul turismo che hanno portato a risultati quasi ridicoli. Con tutto il rispetto per chi si impegna ogni giorno. Andare a mendicare aiuti per “il rilancio del turismo” significa che c’è stato un momento d’oro del turismo. Che, ahinoi, non risulta. Senza dubbio ci sono state delle ricadute negative per le notizie sulle scosse frequenti, ma la nostra zona vive di cerimonie, eventi e di un turismo molto locale. Qualche turista capita, magari attratto dalle immersioni della città sommersa a Lucrino. Ma poi? Non prendiamoci in giro.

IL FLOP – Da 25 anni si assiste a incarichi per “il turismo”: l’assessore Monaco, che ieri era accompagnato dal “fido” Fulvio Ferrigno, segretario del suo partito e gestore in passato con la sua società del percorso archeologico del Rione Terra (conflitto d’interessi?) da anni partecipa a eventi internazionali per presentare la costa flegrea. Ma i risultati fanno sorridere. Amaramente. Né hanno dato visibilità le varie sagre che annualmente vengono presentate come chissà quali eventi internazionali a colpi di Falanghina. Se non lo sapete ve lo diciamo noi: sono all’ordine del giorno ovunque. Basta andare a Qualiano, Melito, Mugnano e così via. Ne sono finanziate a centinaia. La scena andata in onda l’altro giorno fa tenerezza: prima di parlare di “rilancio” era il caso di farci capire quando c’è stato il lancio verso l’altro del turismo nei Campi Flegrei. Di cui non c’è mai stata traccia.