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Da Pozzuoli SOS al Ministro Franceschini «Il Tempio di Serapide è nel degrado»

Da Pozzuoli SOS al Ministro Franceschini «Il Tempio di Serapide è nel degrado»
  • Pubblicato1 Ottobre 2019

POZZUOLI – SOS al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini per denunciare lo stato in cui versa il Tempio di Serapide di Pozzuoli. Ad inviarlo, attraverso una lettera aperta, è l’organizzatore del Premio Civitas Paolo Lubrano.

L’SOS – Onorevole Ministro Franceschini, “il pubblico e privato insieme possono fare un lavoro davvero importante di valorizzazione e tutela del patrimonio culturale”. Sono parole sue in cui abbiamo sempre creduto e cercato di mettere in pratica sin dai primi passi della nostra attività. Il Premio Civitas, fin dalla sua nascita agli inizi degli anni 90, ha concentrato i suoi sforzi ed il suo impegno nella promozione e valorizzazione della città di Pozzuoli e dell’intero territorio flegreo. Un territorio all’epoca profondamente ferito dalla crisi bradisismica degli anni 80, che con enorme fatica provava a rialzarsi. Da qui l’idea di dare un piccolo contributo a questo processo di rinascita, attraverso l’organizzazione di eventi che vedevano come protagonisti importanti personaggi della cultura, della musica, della scienza, del cinema e dello spettacolo, che diventavano ambasciatori nel mondo della nostra terra. Di particolare rilievo fu l’edizione del 2005 che vide il ritorno a Pozzuoli della immensa Sophia Loren.

LE LUCI – Nel 2014 abbiamo deciso di accendere i riflettori sul Macellum – Tempio di Serapide, un sito archeologico di rilevanza mondiale a cui però non era dedicata l’attenzione che meritava. Dapprima con l’esibizione dell’orchestra e del coro del Teatro San Carlo, diretto per l’occasione da Carlo Ponti Jr, in una speciale arena allestita nei giardini del “Tempio”, poi l’emozionante perfomance, purtroppo una delle ultime, del Maestro Ezio Bosso. Parallelamente si è dato il via ad un progetto ambizioso ed impegnativo: dare una nuova luce al Macellum. L’impianto di illuminazione esistente era vetusto e malfunzionante, quindici vecchi fari a vapori di sodio di cui se ne accendevano solo 4. Ci siamo messi quindi a lavoro pensando ad un impianto innovativo, basato su sorgenti LED per garantire un’illuminazione sostenibile, che potesse ridisegnare la fisionomia originale del sito, facendo emergere l’immagine e la bellezza nascoste da troppo tempo a cittadini e turisti. Abbiamo faticosamente cercato ed ottenuto la collaborazione finanziaria dei privati ed aperto, tra mille difficoltà, un tavolo con gli Enti coinvolti per avviare e concludere l’iter autorizzativo per la realizzazione dell’intervento.

AL BUIO – Dopo enormi sforzi e senza un euro di sovvenzioni pubbliche, ad inizio del 2018 cominciano i lavori e finalmente si arriva all’inaugurazione di luglio 2018 accolta con grande soddisfazione e gioia da tutta la città. Nei mesi successivi siamo intervenuti gratuitamente per piccoli interventi di “tuning” e di manutenzione ed in qualche caso, su richiesta del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, per settare particolari scene di luce in occasione di ricorrenze. In seguito agli eccezionali eventi meteorologici dello scorso marzo 2019, che hanno causato forti danni su tutto il territorio cittadino, evidentemente anche l’impianto di illuminazione ha subito un guasto. Qualche giorno dopo abbiamo dato la nostra disponibilità ad intervenire gratuitamente per la verifica ed il ripristino delle condizioni di funzionamento, purtroppo però ci è stato negato l’accesso al sito a causa di nuove regole vigenti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, il Macellum è ritornato nel buio.

L’ABBANDONO – Purtroppo come in un film già visto all’Anfiteatro Flavio, con gli spalti per gli spettacoli da anni distrutti e inutilizzabili, anche l’impianto di illuminazione del Macellum, a solo un anno di distanza dalla sua realizzazione e consegna, versa in condizioni di totale abbandono. Dopo tanto impegno profuso, risorse economiche impegnate, e profondamente delusi dalla totale mancanza di manutenzione, restiamo in attesa, nella speranza di un suo intervento. Intanto continuiamo a farci una sola domanda a cui proprio non riusciamo a darci una risposta: perché?