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Da 26 giorni senza un nome: il giallo del cadavere trovato sulla spiaggia di Bacoli «Non è di Esposito»

Da 26 giorni senza un nome: il giallo del cadavere trovato sulla spiaggia di Bacoli «Non è di Esposito»
  • Pubblicato25 Maggio 2020

BACOLI – L’unico segno è una donna alata tatuata sul braccio destro. E nulla più. Ruota tutto intorno a questa immagine mitologica il giallo del ritrovamento, 26 giorni fa, di un cadavere in avanzato stato di decomposizione sulla Spiaggia Romana di Bacoli. La scoperta fu fatta nel primo pomeriggio del 29 aprile scorso da alcuni operai impegnati nei lavori in uno stabilimento balneare: in un primo momento si pensò addirittura ad un materasso, forse trasportato a riva dalle onde. Poi la macabra scoperta.

SCOMPARSO DA 1 ANNO – Il primo pensiero degli investigatori dopo il ritrovamento era andato ad Angelo Esposito, il 54enne di Monte di Procida di cui non si hanno più notizie dal 1 aprile dell’anno scorso. L’uomo era stato visto per l’ultima volta in un sentiero di Capo Miseno, dove fu ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di un’abitazione nei pressi della quale furono ritrovati il giubbotto che indossava quel giorno, il cellulare e il portafogli con alcuni effetti personali. Ma Esposito non aveva nessun tatuaggio e l’ipotesi che quel cadavere potesse essere il suo è subito tramontata.

I DETTAGLI – Ma ritorniamo al ritrovamento del cadavere sulla Spiaggia Romana. Ggli esami autoptici hanno permesso di associare quel corpo ad una persona di carnagione chiara e di sesso maschile di età compresa tra i 30 ed i 50 anni, con capelli castano scuri della lunghezza di circa 6-7 centimetri in regione occipitale. Sabato scorso la Procura della Repubblica di Napoli ha autorizzato la parziale de-secretazione degli atti per consentire la diffusione delle informazioni in merito a quel ritrovamento e soprattutto di quel tatuaggio attorno al quale ruotano le indagini. Un giallo sul quale stanno lavorando dal 29 aprile scorso i carabinieri della stazione di Bacoli e della Compagnia di Pozzuoli. Da quel giorno sono state passate al setaccio le denunce di persone scomparse in zona e la banca dati RiSc del dipartimento di pubblica sicurezza, sistema informativo che mette a disposizione una serie di dati che riguardano cadaveri non identificati e persone scomparse. Ma nulla. In nessuna denuncia finora si fa menzione di quel tatuaggio.