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Carabinieri infedeli, condannato a 6 anni l’appuntato di Pozzuoli

Carabinieri infedeli, condannato a 6 anni l’appuntato di Pozzuoli
  • Pubblicato2 Luglio 2021

POZZUOLI – Sei anni di reclusione per Giacomo Falanga, appuntato dei carabinieri originario di Pozzuoli, arrestato lo scorso anno insieme ad altri quattro colleghi in servizio presso la caserma Levante di Piacenza. È la sentenza pronunciata in abbreviato dal tribunale dopo che il pubblico ministero aveva invocato per il militare puteolano una condanna a 13 anni. Dodici sono, invece, gli anni inflitti a Giuseppe Montella, considerato il leader del gruppo. Condannati anche gli altri componenti; rispondono, a vario titolo, di tortura, spaccio, estorsione. Otto anni per l’appuntato Salvatore Cappellano; tre anni e quattro mesi al carabiniere Daniele Spagnolo e quattro all’ex comandante di stazione Marco Orlando. Con l’inchiesta ‘Odysseus’, per la prima volta in Italia, è stata sequestrata un’intera stazione dell’Arma.

L’ARMA: NON CI SARANNO SCONTI PER NESSUNO – In relazione alla sentenza di condanna di primo grado emessa dal Tribunale di Piacenza nei confronti dei militari già effettivi alla stazione di Piacenza Levante, l’Arma dei Carabinieri «esprime ancora una volta il proprio dolore su una vicenda molto grave poiché è inaccettabile che i carabinieri possano tenere comportamenti inaccettabili e di gravità inaudita e ledere gli interessi dei cittadini». «Con responsabilità accertata, – prosegue il comunicato dell’Arma – non ci saranno sconti per nessuno. Chi sbaglia pagherà oltre che sul piano penale, anche su quello civile (anche con risarcimento dei danni economici) e disciplinare». «Tutti i militari a giudizio, a suo tempo, furono immediatamente sospesi dal servizio e altri più gravi provvedimenti – sottolinea la nota dell’Arma – saranno adottati se ci sarà sentenza definitiva di condanna. L’Arma, nel procedimento in corso, si è costituita parte civile, per rispetto dei cittadini e degli oltre 100mila carabinieri che ogni giorno lavorano con sacrificio e rischio personale al fianco degli italiani». «A seguito dei fatti di Piacenza, l’Arma nel rispetto del principio di trasparenza istituzionale, ha fortemente potenziato l’azione di comando a tutti i livelli gerarchici e ha adottato più moderne modalità per accrescere l’efficacia dei controlli. Inoltre è stata costituita una struttura con compiti di audit, per rafforzare la costante attività di verifica sul funzionamento dei reparti sino a livello stazione e sono state adottate ulteriori iniziative per la formazione del personale», conclude la nota trasmessa dall’Arma dei carabinieri.