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Carabinieri arrestati: uno è di Pozzuoli

Carabinieri arrestati: uno è di Pozzuoli
  • Pubblicato23 Luglio 2020
Nel fotogramma estrapolato dal profilo social di Giuseppe Montella sono presenti due militari e un civile, tutti attinti dalla misura cautelare

POZZUOLI – Tra i carabinieri arrestati a Piacenza c’è anche un appuntato scelto originario di Pozzuoli. Si tratta di Giacomo Falanga, coinvolto nell’operazione Odysséus della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro della caserma di Piacenza Levante in via Caccialupo. Dodici le misure di custodia cautelare in carcere (5 militari appartenenti all’Arma dei carabinieri, 6 civili italiani, 1 magrebino); cinque le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari (1 carabiniere e 4 civili italiani); quattro le misure dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (3 carabinieri e 1 finanziere); una misura dell’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza e una denuncia a piede libero.

LE ACCUSE – Sono sei i mesi del 2020 finiti sotto la lente di ingrandimento degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza e fatti oggetto d’indagine. Oltre 3 i chili di droga sequestrati e 75mila le conversazioni telefoniche, ambientali analizzate. I carabinieri finiti in carcere sono: Giuseppe Montella, Salvatore Cappellano, Angelo Esposito, Giacomo Falanga, Daniele Spagnolo. Le accuse sono, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica, violenza privata aggravata, truffa ai danni dello Stato. Il finanziere coinvolto risponde di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. Ai civili viene contestata l’accusa di traffico e spaccio di stupefacenti.

LE INDAGINI – «Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili». Sono alcune frasi, agli atti dell’ordinanza che ha portato all’arresto dei carabinieri e al sequestro della caserma a Piacenza, raccolte da un’intercettazione ambientale. «Abbiamo trovato un’altra persona – prosegue l’intercettazione – che sta sotto di noi. Questa persona qua va da tutti questi spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ E la roba gliela diamo noi!». «Faccio a fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito». Sono le parole che il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, ha utilizzato nell’introdurre la lunga conferenza stampa circa l’indagine per droga, torture ed estorsione che ieri mattina ha portato all’arresto di sette carabinieri e alla chiusura e sequestro della caserma dell’Arma in centro a Piacenza. «Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi in piena epoca Covid e del lockdown, con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri – afferma Pradella – approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a causa delle norme anti-Covid».

STILE “GOMORRA” – Per la procuratrice alcuni carabinieri avevano un atteggiamento in perfetto stile “Gomorra”. Nel corso della conferenza stampa il procuratore capo Pradella ha fatto ascoltare anche un’intercettazione ambientale che rivela i tragici momenti di un pestaggio ai danni di un presunto spacciatore. L’uomo piange e chiede che venga messa fine alla violenza, ma i pestaggi non si fermano.

LA CONDANNA DEL MINISTRO GUERINI – «Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza». Lo afferma il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. «Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda – aggiunge Guerini – Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto».

IMMEDIATA SOSPENSIONE DEI CARABINIERI – Il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto l’immediata sospensione dall’impiego per i militari coinvolti nell’inchiesta. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.