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CAMPI FLEGREI/ Balneabilità: bene Bacoli e Monte di Procida, bandiera nera per Pozzuoli

CAMPI FLEGREI/ Balneabilità: bene Bacoli e Monte di Procida, bandiera nera per Pozzuoli
  • Pubblicato23 Maggio 2012
Addetti dell'Arpac che prelevano un campione delle acque dalla foce del depuratore

CAMPI FLEGREI – La nuova stagione balneare è alle porte, è il tempo di scegliere dove farsi un tuffo in pieno relax e in un’acqua pulita. Dalle parti nostre potrebbe esserci l’imbarazzo della scelta, visto che i Campi Flegrei sono affacciati quasi totalmente sul mare, ma purtroppo non è così visto che la balneabilità del litorale è a macchia di leopardo.

POZZUOLI BANDIERA NERA –  Solo i tratti di Lucrino e Arco Felice superano i test, mentre dall’Ex Macello alle Terme (zona via Napoli) la situazione è tragica. Un’intera costa dove anche quest’anno vige il divieto di balneazione, chilometri di mare in cui non è possibile tuffarsi e godersi una giornata di mare. Le cose però non vanno meglio sul litorale domitio, dal lido di Licola al collettore del depuratore di Cuma, passando per Marina di Licola: qui un intero tratto di costa è interdetto alla balneazione. Ma a differenza di Pozzuoli, da queste parti i gestori dei lidi si sono attrezzati con piscine (sia ad acqua dolce che ad acqua salata a sua  volta purificata con impianti propri).

BENE BACOLI E MONTE DI PROCIDA – La situazione è notevolmente differente a Bacoli e a Monte di Procida dove tutta la costa è balneabile e dove in estate il turismo diventa importante traino per l’economia locale. Unico neo, sono alcuni tratti di spiaggia romana. A  differenza di Pozzuoli,  dove la questione ambientale rappresenta una chiara manifestazione di scarsa lungimiranza degli amministratori su di un problema che, se risolto, potrebbe risollevare l’economia cittadina.

CLASSIFICAZIONE  –  I giudizi di balneabilità derivano dall’analisi statica non più solo dell’ultimo anno di monitoraggio bensì delle ultime tre stagioni balneari, considerando solo due parametri: escherichia coli e enterococchi intestinale. Questi due parametri sono considerati dall’organizzazione Mondiale della Sanità indicatori di contaminazione fecale più specifici rispetto ai parametri contemplati nel DPR 470/82, che considerava anche salmonella, streptococchi fecali ed altri.

MARCO SOLIMEO
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