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AMICI ANIMALI/ Bocconi avvelenati una crudeltà punita dalla legge

AMICI ANIMALI/ Bocconi avvelenati una crudeltà punita dalla legge
  • Pubblicato19 Febbraio 2015

di Simona Vitagliano

Anche l'uso indiscriminato di topicidi può essere realto
Anche l’uso indiscriminato di topicidi può essere realto

AMICI ANIMALI – Sempre più spesso, e non solo in Campania, si sente parlare di storie molto tristi, riguardanti la morte di animali, randagi ma anche padronali, per mano “umana” (che è tutt’altro che umana). Polpette riempite di vetro, bocconi con veleno, cibo volutamente nocivo, vengono somministrati senza pietà e con l’inganno, che sia per strada o lanciato nei cancelli della gente, non dando scampo a questi poveri animali che finiscono la loro vita tra atroci sofferenze, vomito, tremori, emorragie interne, crisi respiratorie e fuoriuscita di schiuma dalla bocca.

LA LEGGE – Macchiarsi di una cosa del genere è veramente un atto disumano oltre che incivile. Molte volte si sa anche chi è stato, ma non si ha il coraggio di denunciare, o si finisce per cedere alle minacce che si ricevono, non agendo in nessun senso. E lasciando di fatto queste persone libere di ripetere questo tipo di azioni Altre volte l’avvelenamento viene provocato (consciamente o meno) dal veleno per topi lasciato in giro, che è nocivo anche per i nostri amici a quattro zampe. Ma la realtà è che la legge regolamenta anche questa opzione, poichè non è possibile lasciare ovunque questo tipo di esche perché raggiungibili facilmente, ad esempio, da animali padronali e bambini. E’ dalla fine del 2008 che il Ministero della Salute proroga un’ordinanza che regola proprio questo tipo di situazioni. In sostanza avvelenare un animale d’affezione è ovviamente un reato ai sensi del codice penale (uccisione e maltrattamento), per cui, sebbene spesso la cosa avvenga spesso per mano ignota, è possibile denunciare il fatto a qualunque organo di polizia giudiziaria (Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale etc) munendosi della documentazione necessaria, tra cui l’autopsia del veterinario e le analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico di zona.

LE ALTRE FATTISPECIE – Anche la “semplice” minaccia può essere denunciata alle autorità, come anche il rinvenimento di sostanze velenose o sospette in luoghi pubblicamente accessibili. La diffusione di tale materiale infatti deve avvenire attraverso le ditte specializzate con delle regole ben precise: le zone che verranno disinfestate vanno munite di cartello di avviso con almeno cinque giorni lavorativi di anticipo, le esche non utilizzate vanno rimosse successivamente e va bonificato tutto al termine dell’operazione, con tanto di verbale. Anche il Sindaco ha un ruolo fondamentale nella questione, ed è tenuto ad aprire indagini nel caso in cui siano rinvenuti veleni in luoghi pubblici senza le predette avvertenze o nel caso in cui animali d’affezione vengano avvelenati, accidentalmente o meno. Attraverso un lavoro congiunto con l’ASL veterinaria di zona si procede con bonifiche o, nel caso di avvelenamento, vanno ricercati e puniti i responsabili.