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A Quarto una villa confiscata alla camorra diventa un centro antiviolenza per donne

A Quarto una villa confiscata alla camorra diventa un centro antiviolenza per donne
  • Pubblicato21 Dicembre 2022

QUARTO – Da villa confiscata alla criminalità organizzata a centro antiviolenza per donne. Al Comune di Quarto sono stati assegnati un milione e quattrocentomila euro per il recupero di un immobile sottratto alla camorra. «Con gioia e entusiasmo ho saputo che il progetto di ristrutturazione di un bene confiscato e già assegnato con bando pubblico a un raggruppamento di associazioni e cooperative per farne un centro antiviolenza per donne è stato finanziato con un milione e 400mila euro con i fondi PNRR. Una soddisfazione immensa, che corona il costante e duro lavoro che stiamo facendo in tema di recupero e assegnazione dei beni confiscati», ha dichiarato il sindaco Antonio Sabino. Il progetto, presentato dall’Ufficio Beni Confiscati e finanziato dall’Agenzia nazionale la coesione, prevede che il bene venga affidato a soggetti in ATI fortemente radicati nel territorio di Quarto e provincia, quali: la A.P.S. Nessuno Escluso, ASD Quartograd, Aperion Cooperativa Sociale e Social Ubuntu Cooperativa Sociale.

IL PROGETTO – «Il progetto intende condividere, da un lato, con tutta la comunità i passi che si intendono fare e le modalità di realizzazione e, dall’altra, costituire un gruppo di lavoro che segua più da vicino lo svolgimento del progetto che rappresenta un risultato di un lavoro comune e non di pochi, in grado di offrire un modello gestionale capace di ricercare l’eccellenza e la partecipazione di tutti. L’intera struttura tecnico – organizzativa preposta alla realizzazione dell’intervento sarà affiancata dal C.T.S. Comitato Tecnico Scientifico, per il raggiungimento degli obiettivi del Progetto», si legge dallo stralcio del progetto presentato dall’Ufficio Beni Confiscati e finanziato dall’Agenzia nazionale la coesione. Per la gestione e l’organizzazione dei servizi proposti nel bene confiscato saranno impegnati in modo stabile e regolare oltre 15 collaboratori, dipendenti e professionisti con qualifiche adeguate alle mansioni affidate ed appartenenti ai soggetti dell’ATI.