POZZUOLI/ Tra degrado e rifiuti scoperta la tomba del patriota Morelli – LE FOTO

di Violetta Luongo

POZZUOLI – Sorpresa mista a vergogna fu quella provata da Vincenzo Adinolfi, appassionato di storia puteolana, quando scoprì nel cimitero di Pozzuoli, celata tra erbacce, rifiuti e urina di gatti, la tomba dello storico patriota Salvatore Morelli. Sepolto tra i Capomazza e i Pagliuca, Morelli visse gli ultimi suoi anni a via Carlo Rosini 5, morì povero a 56 anni. «Era reputato un visionario, si burlavano di lui per le sue idee progressiste – racconta con veemenza Adinolfi – e per il suo impegno diretto all’emancipazione femminile anticipando di 120 anni numerose leggi a favore della parità dei sessi».
LA STORIA DI UN PATRIOTA – Pugliese, studiò giurisprudenza a Napoli ma nel 1851, accusato di cospirazione, venne tradotto nel castello di Ischia, prigione per i detenuti politici, dove subì una falsa fucilazione, venne torturato e vide i suoi libri bruciati. Terminò il primo lungo periodo di prigionia sull’isola di Ventotene. Qui esaltò la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane a Sapri. Cadde, quindi, ancora una volta nelle maglie della giustizia borbonica. A Ventotene salvò tre bambini dall’annegamento e per questo ricevette la grazia, che però rifiutò passandola ad un altro detenuto, padre di numerosi figli. Fu proprio il carcere a causargli numerose malattie, per la sua salute cagionevole si trasferì a Pozzuoli, sperando che l’aria salubre flegrea potesse giovarlo. Fino al 1880, anno della sua morte, fu deputato nel collegio di Sessa Aurunca.

UNA VERGOGNA PER LA CITTA’- «Una mia cugina americana mi parlò di Morelli, non ne sapevo nulla, ho cominciato a studiare la sua storia, le sue origini – continua Adinolfi – mi appassionai tanto alla sua vita e alle sue idee progressiste, poi spulciando tra i registri del cimitero del 1880 trovai la sua tomba. E’ caduta una cortina di oblio su questo personaggio, ovunque è molto noto mentre qui è uno sconosciuto destinato a riposare tra i rifiuti. Quando trovai la sua tomba fui molto soddisfatto ma provai una profonda vergogna, i gatti urinavano sulla sua lapide, non c’era né il nome né una foto ed era completamente coperto da erbacce e rifiuti».
DOPO SECOLI POZZUOLI GLI RENDE OMAGGIO – Morì in miseria nella camera di una piccola locanda di Pozzuoli. Le emancipatrici americane scrissero che era morto il più grande difensore dei diritti delle donne nel mondo. E ora, proprio nella Giornata delle Donne, dopo secoli Pozzuoli gli rende omaggio con un momento di ricordo e riflessione, organizzato dalle sigle sindacali Uil, Cisl e Cgil, alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Teresa Stellato, della commissione Pari Opportunità e del presidente del Consiglio Enrico Russo, si è svolto davanti al cimitero un piccolo corteo. Garofani rossi e una corona di alloro sono stati deposti su una tomba per troppo tempo abbandonata e dimenticata.
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