Tra paura e resilienza: come i puteolani vivono le scosse dei Campi Flegrei
POZZUOLI – Le scosse che continuano a farsi sentire nei Campi Flegrei non scuotono solo la terra, ma anche la mente e le emozioni di chi abita questa terra. Il bradisismo, con la sua imprevedibilità, riporta alla memoria momenti difficili, ma allo stesso tempo rafforza il legame profondo che unisce i puteolani alla loro città. «Ogni volta che sento il letto oscillare torno con la mente agli anni ’80», racconta Anna, residente nella zona della Solfatara. «Provo la stessa paura di allora, ma cerco di non farmi travolgere dal panico. Ci si abitua, ma non del tutto.» Anche Nunzia, che vive a Quarto, racconta: «Cerco di conservare serenità per i miei figli, ma quando la casa si muove non si può più fingere che sia un evento consueto. La mente si posa inevitabilmente su ciò che potrebbe accadere». Da queste testimonianze emerge un tratto comune: la paura è condivisa, ma ognuno la vive in modo diverso.
LE TESTIMONIANZE – Le reazioni variano: c’è chi sente il bisogno di ricevere aggiornamenti costanti, specialmente la notte; chi cerca di razionalizzare e chi, al contrario, preferisce mantenere la normalità quotidiana come forma di equilibrio emotivo. Secondo una psicologa interpellata sull’argomento, la paura delle scosse è una risposta naturale al senso di impotenza: davanti a un fenomeno incontrollabile, la mente resta in allerta costante, rischiando di trasformare la tensione in stress prolungato. Tuttavia, condividere paure e ricevere informazioni chiare e coerenti aiuta a gestire meglio la situazione. Non è solo la terra a tremare, ma anche la fiducia nelle fonti di informazione. Tra notizie ufficiali, commenti personali e voci non verificate sui social, cresce spesso un clima di incertezza e ansia. Molti puteolani ammettono di affidarsi più alle chat con amici e parenti che ai comunicati istituzionali, percepiti come freddi, tecnici o tardivi. «Seguo le pagine locali su Facebook», racconta Alessio, «ma a volte si esagera. Leggo post che fanno più paura delle scosse stesse». In situazioni di emergenza, la comunicazione si trasforma in un’arma a doppio taglio: può contribuire a contenere la paura o amplificarla, influenzando spesso più della reale entità dell’evento.
LA QUOTIDIANITA’ – Eppure, nonostante tutto, Pozzuoli continua a respirare e a vivere. Alcuni usano l’ironia come scudo contro l’ansia, altri organizzano piani d’emergenza meticolosi, mentre molti preferiscono distogliere lo sguardo e proseguire con il quotidiano. La paura è una presenza costante, ma si intreccia con una resilienza straordinaria e con un amore profondo per questa terra che resta casa. «Certo, tremiamo. Ma restiamo saldi. Questa è la nostra radice, la nostra storia, il nostro luogo». In questo delicato equilibrio tra timore e coraggio, Pozzuoli ci insegna che, anche quando il terreno sembra vacillare, è la forza della comunità e l’affetto per la propria casa a tenere saldo il cuore, pronti a rialzarci insieme, ogni volta.



























