POZZUOLI – Dal 3 luglio al 13 luglio 2025 il Palazzo Migliaresi di Pozzuoli ospita la mostra “Michele Zaza – Arborescenza Terrestre”, mostra site specific, pensata appositamente per Pozzuoli, ispirata ai suoi colori, alla sua storia e alla sua peculiare conformazione geomorfologia tornata di grande attualità nell’ultimo anno. Zaza torna a sviscerare il tema dell’arborescenza già affrontato nella recente e fortunata mostra veneziana dal titolo “Arborescenza Segreta” tenutasi a Palazzo Contarini del Bovolo conclusasi lo scorso gennaio, dove la sua installazione si è confrontata con la grande tela “il Paradiso” del Tintoretto, un gigante dell’arte, tra i massimi esponenti dell’arte rinascimentale. Fulcro della personale puteolana è la grande installazione allocata nel salone centrale a piano terra di Palazzo Mgliaresi, l’installazione che dà il titolo all’intera mostra: “Arborescenza Terrestre”, consta di 12 opere scultoree composte da primarie “forme arboree” realizzate in legno policromo che sembrano prendere vita e forma emergendo dai classici vasi in cotto dipinti con variazioni di blu, le opere illuminate dal basso creano un effetto scenico suggestivo, rimando simbolico ad una selva artificiale in fase embrionale. Per dirla citando l’artista: …”arborescenza come stupore della crescita, della trasformazione e della potenza creativa”… Rimando metaforico ad un territorio dalle molteplici possibilità nascoste e dalle potenzialità spesso inespresse.
IL PERCORSO – Nella sala di destra, afferente al salone centrale, sulla parete sovrastata da un grande arco a tutto sesto, trova spazio l’istallazione fotografica dal titolo “Arborescente”, anch’essa inedita, composta da quattro foto posizionate verticalmente; sulla sommità una foto raffigurante l’artista con volto parzialmente dipinto di blu, e a seguire, subito sotto, le altre foto raffigurati una scultura lignea ripetuta tre volte. La parete attigua ospita una ventina di foto che coprono idealmente l’intera parabola artistica del Maestro alla stregua di appunti e idee, spaziano dalle immagini di “simulazione d’incendio” del 1970 in cui l’artista inscena e documenta un incendio presso la Villa Comunale di Molfetta quale episodio catartico che segnerà un nuovo corso nella sua vita artistica passando a foto “vedo l’aurora” tratta dal ciclo “cristologia” del 1972 e “dissidenza ignota“ 1972/73 (dall’omonima mostra e ormai raro libro d’artista edito dalla Galleria Bonomo, oggi presente al Museo Pompidou di Parigi), fino ad arrivare al più recente “cielo zero“ 2023, oltre ai più noti cicli fotografici di metà anni ’70, quali “universo estraneo“ del 1976 (storica mostra tenutasi presso la Galleria di Lucio Amelio) e fine anni ’70 / inizio anni ’80, “neo terrestre“ aventi per soggetto, oltre allo stesso artista, la madre e il padre, figure cardine e veri numi tutelari per l’artista.
LA MOSTRA – Le fotografie presenti su questa parete, volutamente scomposte rispetto ad un banale e più immediato ordine cronologico, rimandano alle tessere sparse di un ideale mosaico dove pezzi in bianconero si mescolano a pezzi aventi i primi timidi colori, fino ad arrivare a quelli con colori più vividi e decisi, segno evolutivo che scandisce da sé un palese ordine cronologico, creando, di fatto, un leitmotiv utile alla comprensione temporale del lavoro dell’artista, senza che questo sia necessariamente e dichiaratamente esplicitato. Sui muri dell’ideale “navata sinistra” del Palazzo sono esposti i progetti della mostra, opere seminali propedeutiche alla realizzazione della stessa, tecniche miste su cartone in cui il Maestro fissa su supporti di varie dimensioni e con le tecniche grafiche e pittoriche a lui più congeniali le idee, le forme e i colori di quelle che saranno le sculture costituenti la parte preponderante della grande installazione centrale. La mostra sarà visitabile dal 3 al 13 luglio con ingresso gratuito dal lunedì al venerdì ore 9,30 / 18,30; sabato e domenica ore 9,30 / 13,00 e 16,00 / 18,30.