Antonio ucciso a quattro mani dai figli: cuscino e giubbotto gettati nei cassonetti a Quarto

QUARTO – Emergono nuovi particolari sull’omicidio di Antonio Di Gennaro, il 72enne prima narcotizzato e poi soffocato dai suoi due figli. Il sonnifero nella tazzina di caffè lo avrebbe messo Michele, l’ingegnere biomedico di 42 anni, colui che viene descritto con tratti da ossessivo e da maniaco dell’ordine mentre Andrea, il fratello minore, lo distraeva in salone, scambiando con lui le ultime parole. Ai primi cenni di sonnolenza entrambi si sono avventati su di lui: a quattro mani gli hanno tenuto premuto il cuscino in faccia e lo hanno soffocato. Poi hanno avvolto numerose buste intorno al capo ed hanno nascosto il cadavere in una cassapanca in plastica, di quelle utilizzate per esterni, messa fuori al balcone, dove le tende parasole sono state abbassate per non dare nell’occhio, per evitare che dall’esterno qualcuno potesse diventare uno scomodo testimone dell’omicidio.
I CASSONETTI – È questa la sequenza del delitto avvenuto nella tarda mattinata di martedì nella casa al primo piano del “Parco Russolillo” e ricostruita con minuzia di particolari dai carabinieri della Tenenza di Quarto e del nucleo operativo della Compagnia di Pozzuoli che in meno di ventiquattro ore hanno chiuso il cerchio intorno ai due fratelli assassini. Dopo il delitto Michele e Andrea hanno gettato il cuscino utilizzato per soffocarlo in un cassonetto dei rifiuti nei pressi dell’area mercatale di Quarto insieme alla federa e al giubbino smanicato indossato dal padre. Non volevano lasciare tracce e nei prossimi giorni, quando il cadavere si sarebbe decomposto diventando più leggero, lo avrebbero gettato chissà dove.
LA TRAPPOLA E I FALSI ALIBI – I due fratelli erano convinti che ammazzando il padre avrebbero ereditato la sua pensione da insegnante e quella di reversibilità della loro madre scomparsa quattro anni fa e da allora intascata proprio dal 72enne. Circostanza quest’ultima che in più occasioni sarebbe stata oggetto di litigi tra le parti. Antonio Di Gennaro, stando alle dichiarazioni rese dai figli, sarebbe stato attirato in una trappola: con la scusa di parlare di un lavoro, ha raggiunto Andrea e Michele nella casa di famiglia a Quarto. Per tre giorni i due hanno fatto finta di nulla, dormendo in casa con il cadavere del padre nascosto fuori al balcone.
L’ALLARME – Fino all’allarme lanciato da Rosaria, la compagna del 72enne che da due giorni non aveva più sue notizie. La donna sapeva dell’incontro che avrebbe avuto con i figli, circostanza raccontata in sede di denuncia nel pomeriggio di giovedì quando ne ha denunciato l’allontanamento. “Papà è andato in Inghilterra da un’altra, lo abbiamo accompagnato alla stazione” è stata la fantasiosa ricostruzione fornita da Andrea e Michele smontata in poche ore dai carabinieri che hanno acquisito le immagini delle telecamere dai luoghi indicati dai due di cui, ovviamente, non vi era traccia. Così come nel bar dove avevano raccontato di aver bevuto il caffè dopo la partenza del padre. Dopo essere crollati davanti alle loro stesse contraddizioni, i due hanno ammesso di aver ucciso il padre e indicando il balcone dove era stato occultato il cadavere. I due da venerdì pomeriggio sono rinchiusi nel carcere di Poggioreale: sul loro capo pendole accuse di omicidio e occultamento di cadavere con l’aggravante della premeditazione.