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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Restano in carcere gli affiliati al clan del Bivio: cade l’accusa di estorsione per tre affiliati

POZZUOLI/ Restano in carcere gli affiliati al clan del Bivio: cade l’accusa di estorsione per tre affiliati
  • Pubblicato10 Maggio 2025

POZZUOLI – Restano in carcere le sei persone arrestate all’alba di mercoledì dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli nell’ambito dell’operazione anti camorra che ha portato a sgominare il clan de “gli amici del Bivio” di Quarto. Ieri il Gip del Tribunale di Napoli, Anna Tirone, durante l’udienza di convalida ha confermato la misura cautelare di custodia in carcere per tutti non convalidando, però, il fermo di indiziato di delitto in quanto non ci sarebbe stato il pericolo di fuga da parte dei sei.

LE ESTORSIONI – Nel dispositivo, inoltre, cade l’accusa di estorsione per Marco Vaccaro detto “Cocò” (difeso dagli avvocati Luca Gili e Amerigo Russo) per il quale resta in piedi solo il capo d’accusa relativo alla sua partecipazione all’associazione a delinquere. Alessandro Iannone detto “nas ‘e cane”, invece, è stato riconosciuto anch’egli parte del clan ma non come capo. Anche per lui è caduta l’accusa di estorsione. Stessa decisione ha riguardato anche Rosario Ferro. Restano in piedi invece tutte le accuse formulate dal pm della DDA di Napoli a carico di Giosué Caianiello, Enrico Cavallo alias “o pagliaccio” e Francesco Di Gennaro. In particolare queste vertono su tre episodi di estorsione ai danni di un negozio di surgelati a Monterusciello, una ditta che fornisce mattonelle in via Campana e un’azienda di restauri a Quarto. A questi si aggiunge un altro episodio avvenuto a Via Napoli dove era stato messo in atto un tentativo di bloccare i lavori a causa del mancato pagamento del pizzo da parte della ditta che stava eseguendo i lavori.