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POZZUOLI/ Convince ed entusiasma il primo appuntamento di “Cinemagma, rassegna di film indipendenti”

POZZUOLI/ Convince ed entusiasma il primo appuntamento di “Cinemagma, rassegna di film indipendenti”
  • Pubblicato10 Gennaio 2019

POZZUOLI – Il territorio flegreo è stato scenario di una scommessa sperimentale, di un’idea concettualmente coalizzante, che unisce due realtà diverse, ma similari, gemelle: il Cinema e il Teatro. In “Sala Molière” – casa ospitale di due artisti proteiformi e creativi Cetty Sommella e Nando Paone – il pubblico entusiasta e gremitissimo ha assistito ad un’innovativa esperienza “meta-cinematografica”, entrando nel merito di una retorica nuova della visione. Non è un caso che gli spalti del teatro, estremamente vicini allo schermo bianco di proiezione, hanno fatto nascere un moderno concetto e modo di vedere il cinema, tanto empatico, quanto sensoriale. Gli spettatori erano parte integrante della scena, anzi costituivano il racconto, accentuando il carattere simbolico tra uomo-schermo. La prima serata di “Cinemagma, rassegna di film indipendenti” – con corti selezionati dal critico Giuseppe Borrone – ha convinto la gente in sala, che ha partecipato alla proiezione di quattro prodotti filmici uniti da un comune denominatore. Infatti, tutte le pellicole sono state presentate di recente in diversi Festival inerenti alla Settima Arte del Belpaese.

LE PROIEZIONI PROPOSTE – La prima opera presentata in rassegna “Dinosauri” ha la regia di Carlo Guitto, e come cast: Enzo Moscato, Cristina Donadio, Nunzia Schiano, Ernesto Mahieux, ed Enzo Perna. Il Maestro Moscato – insignito di recente del più importante riconoscimento teatrale italiano: il “Premio Ubu 2018” alla carriera – ha ideato il soggetto e scritto la sceneggiatura. Il film di Guitto ha carattere parenetico, difatti la critica è orientata verso i giovani e il loro rapporto con il cinema. La storia è incentrata su un gruppo di bambini, che sono troppo legati alla realtà degli smartphone, anziché alla vita reale. La fissità dello schermo dei telefonini deve essere sostituita al dinamismo dell’immaginario sullo schermo bianco delle sale cinematografiche. I piccoli interpreti – facendo scorribande tra i vicoli singolari del Rione Terra puteolano, e tra le strade dei Quartieri Spagnoli napoletani – si ritrovano, come in un sogno, all’interno di un antico cinema metafora di aneddoti e ricco di storia passata.

IL RACCONTO – «Il ricordo – diceva il poeta Baudelaire – è il grande criterio dell’arte», ed è proprio l’infanzia di Moscato il principio ispiratore dell’opera, evidenziando una radice nostalgica di un cinema del passato, che non c’è più. La seconda creazione mostrata è “Nu more maje”, con la regia curata da Agostino Fontana, le attrici sono: Elena Foresta e Tina Scognamiglio. Questo corto è stato presentato al “Pulcinella Film Festival”, e ha come soggetto di fondo il rapporto profondo ed intimo tra una figlia e una madre morente. La bambina realizza l’ultimo desiderio della madre in fin di vita, personificando la celeberrima maschera partenopea, fino ad instaurare un’intima e commovente relazione primordiale, quella madre-figlio. Il terzo film rappresentato è “Cafésigaret” regia di Agostino Devastato, ed interpretato dagli artisti: Agostino Chiummariello e Pasquale Russo. Il bar di una peculiare provincia nolana diventa la location di un mondo surreale, mitizzato da ricordi e sensi di colpa amicali.

STYLE – Lo stile da saloon riprende la tradizione cinematografica italiana degli spaghetti-western, ma le immagini del biliardo – esaltate soprattutto dal montaggio alternato – richiamano film come: “Il colore dei soldi” di Martin Scorsese e “Lo spaccone” di Robert Rossen entrambi girati con Paul Newman. La fine della serata è stata conclusa con la visione del film di animazione “Goodbye Marylin” della regista puteolana Maria di Razza, presentato quest’anno alla “75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”. Tratto dall’omonimo libro illustrato di Francesco Barilli. Marilyn Monroe (doppiata dalla sublime Maria Pia Di Meo) ritirandosi dalle scene per lunghissimo tempo, come una irreale Greta Garbo ormai in senilità inoltrata, concede un’ultima intervista ad un giovane giornalista (doppiato da Gianni Canova), ripercorrendo le mete malinconiche della sua lunga vita costellata da un alone di mistero senza tempo.