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Inchiesta su carabinieri infedeli: ai domiciliari l’ex comandante della stazione di Pozzuoli

Inchiesta su carabinieri infedeli: ai domiciliari l’ex comandante della stazione di Pozzuoli
  • Pubblicato27 Gennaio 2020

POZZUOLI – C’è anche l’ex comandante della stazione di Pozzuoli, il maresciallo Raffaele Martucci, tra i 5 carabinieri finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna e coordinata dalla D.D.A. su corruzione, omissione di atti d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio: si ipotizzano contatti con il clan Puca, egemone a Sant’Antimo, che sarebbe stato favorito dal sostegno dei carabinieri “infedeli”. I particolari dell’indagine sono stati forniti questa mattina dal Procuratore della Repubblica Giovanni Melillo. Fatti che risalgono al periodo tra il 2003 e il 2007 e ricostruiti attraverso le dichiarazioni di due affiliati al clan: Claudio Lamino e Ferdinando Puca.

LE ACCUSE – Per quanto riguarda Martucci, le accuse sono legate a fatti che sarebbero avvenuti negli anni precedenti al suo arrivo a Pozzuoli, quando era in servizio presso la tenenza di Sant’Antimo, e che non hanno nulla a che vedere con il suo operato negli anni in cui è stato comandante di stazione nel comune flegreo durante i quali si è anche reso protagonista di numerosi arresti. In particolare a Martucci vengono contestati l’acquisto di una casa a “prezzo di costo”, secondo l’accusa grazie all’intervento del boss di Sant’Antimo Pasquale Puca, e un’omissione legata ai lavori in un cantiere edile in cambio di regali.

GLI ARRESTATI – Per i carabinieri arrestati il Gip ha respinto l’aggravante mafiosa. Ai domiciliari oltre a Martucci sono finiti Angelo Pelliccia, Michele Mancuso, Vincenzo Palmesano, Corrado Puzzo, l’ex presidente del consiglio comunale di Sant’Antimo Francesco Di Lorenzo e il boss detenuto Pasquale Puca. Sospesi dall’attività di carabinieri Carmine Dovere per abuso d’ufficio, il capitano Daniele Perrotta per omissione in atti di ufficio e Vincenzo Di Marino per rivelazione di segreto d’ufficio.