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Estate e letture: a tu per tu con il libraio-scrittore Davide D’Urso

Estate e letture: a tu per tu con il libraio-scrittore Davide D’Urso
  • Pubblicato3 Agosto 2019

QUARTO – Con l’avvento della stagione estiva c’è più tempo per dedicarsi alle passioni svariate. Il connubio ottocentesco mare-letture, ancora oggi, è un vero e proprio periodo «cult», per gli appassionati bibliofili di ogni dove. Davide D’Urso è scrittore, operatore culturale, e soprattutto libraio del punto vendita della libreria di catena del brand: «Librerie.coop» (presso il Centro Commerciale Quarto Nuovo, in via Masullo, 76). Davide, da molto tempo, stimola alla lettura le diverse generazioni. La libreria in questione opera nel raggio flegreo da oltre dieci anni, ed è un punto di riferimento storico per la città, poiché è l’unica officina limitrofa, che offre una vasta scelta di libri e crea eventi come i gruppi di lettura. Una vera e propria missione culturale la sua, in una società sempre più anemica sul fronte del sapere. Abbiamo intervistato Davide D’Urso, il quale dal 2007 ha pubblicato diverse raccolte di racconti, e il suo primo romanzo Tra le macerie (edito da Gaffi, 2014).

I LIBRI – In una realtà consumistica come la nostra, appare doveroso effettuare un focus strategico sul campo dell’Editoria, settore importante che funge da vettore del sapere tra l’offerta del mondo intellettuale e la domanda di lettori. «Il mercato dell’Editoria – afferma Davide D’Urso – si è aperto a nuovi prodotti diversi da quelli tradizionalmente presenti in libreria, ma questo è tutt’altro che un problema. Oggi si pubblica di più, poiché il numero di interlocutori che si intende raggiungere è maggiore, rispetto ai lettori che acquistano solo letteratura. È un’arte per pochi amanti, ed è doveroso creare un’offerta che soddisfi la maggior parte dei consumatori. L’importante è avvicinare i lettori alle librerie e alla lettura, poi ci sarà il libraio a consigliare il cliente.»

LA LIBRERIA COME OPPORTUNITÀ – «L’assortimento – continua lo scrittore – è uno dei punti cardine della libreria. È necessario avere tutta la proposta possibile, per soddisfare qualsiasi tipo di lettore. Nella libreria di catena che gestisco, ci sono circa quindicimila titoli, che variano nel tempo (tranne i classici di catalogo). Sono più di dieci anni che è presente sul Territorio. Il libraio Romano Montroni ha sempre detto che ci sono due regole fondamentali, per essere un buon libraio: la prima cosa è garantire un assortimento al consumatore, mentre il secondo punto è la cortesia nei confronti del cliente. La qualità del libraio come operatore culturale ha un ruolo indispensabile nella collettività, confido molto nel futuro. Anzi, sono convinto che questo sarà il futuro.»

LA VERA NECESSITÀ – «Ormai l’atteggiamento generale – racconta Davide – nei confronti della cultura, assunto da chi frequenta poco la letteratura, è quello di ragionare in modo elementare, affrontando qualsiasi tipo di problema in maniera semplicistica: chi è pro e chi è contro, chi è buono o chi è cattivo, a pensarci è proprio una logica strettamente legata al linguaggio televisivo. Invece, esistono le sfumature, non solo le radicalizzazioni. Secondo il mio punto di vista, solo la lettura ci può salvare. Ecco perché il ruolo del libraio è determinante, soprattutto se lavora con l’anima e con dedizione, contribuendo a creare la qualità di una società. Oltre alla possibilità della cultura divulgata con il mezzo televisivo, bisogna utilizzare altre forme di trasmissione del sapere nei confronti del pubblico, e la libreria può diventare il tramite diretto per attuare questa forma di progetto colto.»

FARE COMUNITÀ –  Ho letto un post di Davide D’Urso sulla sua pagina Social, ecco un’ottima conclusione per questa intervista: «Mi sento una persona fortunata. Amo il mio lavoro: i libri. Scriverli. Leggere e studiare. Venderli, anche. Suggerire il bello a chi ne ha sempre più bisogno. È un mestiere entusiasmante. E una scelta di vita etica, limpida. In un certo senso, è il mio modo di far politica; di badare alla Comunità alla quale sento di appartenere fortemente. Ma, prima ancora, amo le persone; mi ricordo i nomi di quasi tutti quelli che ho incontrato; le loro storie, soprattutto. E la gente mi ricambia, e mi riempie di affetto; m’incoraggia, mi ascolta, mi legge. Sì, sono una persona fortunata. Sentite a me, affidatevi ai libri, c’è solo da guadagnarci». Quest’estate, quindi, affidatevi ai libri. La libreria di Davide vi aspetta.