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TRAGEDIE IN MARE, RICORSO ALLA TECNOLOGIA

TRAGEDIE IN MARE, RICORSO ALLA TECNOLOGIA
  • Pubblicato12 Giugno 2011
Il pedalò sul quale si trovava Salvatore Ercole

TROPPE TRAGEDIE – Un’estate di sangue, due tragedie in mare, due morti assurde. Prima il piccolo Salvatore Ercole, appena 14 anni, poi il povero Angelo Pisano, 72 anni, una grande esperienza in mare. Entrambi segnati dallo stesso destino, dilaniati da un’elica di un gommone, legati dal profondo amore per il mare. L’estate 2010 “aperta” e “chiusa” dalle due tragedie. Ora ci risiamo, è iniziata la stagione estiva 2011 che parte con la solita euforia e le solite preoccupazioni, delle mamme in apprensione per i propri figli scappati al mare, a godersi il “primo sole” quando le scuole chiudono i battenti. <<Non dovrà succedere più>>

RICORSO ALLA TECNOLOGIA – E’ pronta la Capitaneria di Porto. Numerose le chiamate di emergenza che giungono alla sala operativa di Pozzuoli mediante il numero blu 1530 che automaticamente devia la richiesta SOS alla capitaneria di porto più vicina. Uomini, mezzi di soccorso in mare e la tecnologia, sempre più indispensabile. Attraverso il “Marathon Evolution Play”, sistema che può essere configurato per registrare, monitorare in tempo reale e archiviare le comunicazioni in locale o in remoto, e per fornire i mezzi per la ricerca e il riascolto delle registrazioni sia dal sistema stesso che tramite Lan, Wan, Internet ed Intranet.  Tecnologie utilizzate per operazioni di salvataggio attraverso la quale si riesce a localizzare il punto esatto dal quale parte la richiesta d’aiuto. Subito dopo entrano in azione motovedette e mezzi di terra. Ricezione, localizzazione e soccorso in mare, le tre fasi delle operazioni da parte degli uomini della  Capitaneria di Porto di Pozzuoli diretti dal comandante Caterina Piccirilli.

La spiaggia di Lucrino

I PRIMI RISULTATI – Che hanno avuto modo di testare in settimana la nuova tecnologia per localizzare un caso di “procurato allarme”  da parte di un giovane che, per scherzo, aveva lanciato un SOS per un gommone in avaria tra le onde. Ma anche in questo caso come da “protocollo” partivano le motovedette via mare e i mezzi via terra cercando di capire l’esatta ubicazione e le condizioni di M.F., la persona che aveva lanciato l’allarme.  Ma la telefonata, riascoltata più volte dallo stesso comandante Piccirilli e dai suoi uomini faceva sorgere dei dubbi sull’autenticità del pericolo denunciato. Poco dopo la conferma dei sospetti giungeva dal rapporto degli uomini a bordo delle motovedette che giunti nell’area non trovavano alcun natante. Nel frattempo il telefonino dal quale era partita la chiamata risultava spento.

zona del procurato allarme

SCOVATO A 50 KM – Attraverso il “Marathon Evolution Play” si riusciva a localizzare il punto esatto dal quale era partita la richiesta d’aiuto, situata sulla terraferma nel comune di Santa Maria Capua Vetere a 50 chilometri dal mare. Rientrati i mezzi, partivano le indagini attraverso le quali si risaliva all’intestatario della Sim dalla quale era partita la telefonata che risultava essere di proprietà di una 20enne, Z.M., la quale dichiarava di aver ceduto la scheda al suo fidanzato. A quel punto veniva rintracciato e identificato l’uomo, N.A.,che dopo essere stato condotto negli uffici della capitaneria di Porto veniva denunciato per “procurato allarme”.

GENNARO DEL GIUDICE