Close
Notizie flash

TEATRO/ Una “Barraca” di comicità clandestina

TEATRO/ Una “Barraca” di comicità clandestina
  • Pubblicato3 Maggio 2014
Un frame della rappresentazione teatrale della compagnia "Barraca"
Un frame della rappresentazione teatrale della compagnia “Barraca”

BACOLI – Un sabato di buonumore e comicità al Cilea di Napoli. Il pubblico si diverte ed  applaude di cuore. Per la vulcanica compagnia “La Barraca” in scena con “L’ospite clandestino” nell’adattamento  di Benedetto Casillo, tratto da “ Caviale e lenticchie” di Scarnicci e Tarabusi. Una  brillantissima commedia del 1956,  molto popolare anche  nella versione napoletana di Nino Taranto. Un cult la registrazione Rai (1960) con i fratelli Taranto e con Regina Bianchi, Isa Daniele, Gianni Agus, Aldo Giuffrè. Il personaggio principale come mestiere fa “ l’ invitato”, intrufolandosi nelle feste e nelle cerimonie, rubando dolci e cibi vari, per poi rivenderli per  mantenere la sua poverissima famiglia (convivente, figli, sorella).

 

SPACCATO SOCIALE – Di li nascono equivoci, gag, colpi di scena di piacevole “varietà” e brioso umorismo.  «Uno spaccato sociale molto attuale rispetto alla crisi che attanaglia le famiglie italiane» ci racconta Salvatore Illiano, deus ex machina del gruppo. La scelta del testo è  un modo spiritoso per riflettere insieme sulla complessità della odierna  situazione economica. Chi sa, se anche oggi, c’è qualcuno che ha avuto questa idea. Teatro-verità e teatro nella realtà. Illiano veste i panni del “protagonista” con sapiente e consapevole recitazione, interpretandolo con humor, con i colori giusti del tragicomico, tra il filosofico e il pacchiarano. A suo fianco, nel ruolo della convivente, Rosalinda Izzo, dimostrando equilibrio scenico ed autocontrollo, senza sbavature e con consumata capacità da front-office teatrale. Quello di Livia Guardascione, nel ruolo di zia Olimpia, è stato un divertentissimo sfoggio di  crescente ampiezza interpretativa. Di spalla, Filippo Merone asseconda e contrasta con brillantezza il protagonista, mentre Rosario Cordova “addenta” la comicità con sapiente autoironia. Giuseppe Coppola da giusta caratterizzazione allo strillone. Come pure lo sfizioso garzone  definito da Salvatore Massa e il misterioso cameriere cucito dall’egregio Gianni Biccari.   Bene impostato è Benito Guarino (nel ruolo del  figlio rocker); determinata è Mery Esposito (la figlia), soprattutto quando duetta con il ragazzo-marchesino Matteo Biccari (buona prova). Regge correttamente il ruolo del  tutor-cattivo Enzo Pisano, ( accademico e popolare). Bene assortito il trio della beneficenza. Macchiette ben riuscite con Geny Esposito (baronessa), Fabrizia Caputo (contessina) e particolarmente sorprendente e sfizioso l’esordio di Silvana Sollazzo (marchesa). Tutti in parte grazie alla attenta regia di  Luciano Piccolo (fiammeggiante anche nelle parti del pompiere e in Elvis), maestro dei tempi teatrali e bravo per aver saputo dare al gruppo  grinta da sprinter e tagli dinamici da TV, soprattutto nei dialoghi e nell’insieme.

 

L’OPERA – Insomma un’ ottima prova corale del gruppo flegreo, in linea collaborativa con il CRAL della Sepsa. Un teatro culturalmente operaio? Illiano, alias Pogliana, ama da sempre questo “gioco antico”, e lo trasmette agli altri, quale forma di divertimento aggregativo e di messaggio sociale. Ora con la maturazione scenica trasvola anche con il cuore tra le sue radici e flashback collettivi, con citazioni-amarcord quali: Renato ‘o pozzetto, Gigino ‘o capellone o quando ci fa respirare l’atmosfera giallo-verde, iconografica  e popolareggiante della  santa patrona bacolese, da un lato, e dall’altro, pibigas, lettino nel sottoscala, reggiseno appeso. Altezza e povertà! (mi verrebbe da dire miseria e nobiltà).Quali elementi semplici e concisi dell’ambiente scenografico da lui stesso ben ideato e costruito. Anche gli arrangiamenti musicali (di Lello Boffa) ci spingono poeticamente al B/N, al mondo daltonico della indigenza, ma anche al variopinto e creativo mondo interiore del sottoproletariato dell’allegria. Qui vanno ricordati anche la direttrice di scena (Alessandra Nilo), l’aiuto-regia di Luisa Sarnelli e la direzione artistica di Saverio Varrella. Si replica il 2 maggio a Castel di Sangro al Teatro Tosti. Come capita, ci sarà sempre, per fortuna,  un gradito e piacevole ospite clandestino!

 

Franco Napolitano