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RIONE TERRA/ La polemica: «Non si può tenere aperto il Duomo e chiuso il percorso archeologico»

RIONE TERRA/ La polemica: «Non si può tenere aperto il Duomo e chiuso il percorso archeologico»
  • Pubblicato9 Maggio 2014

di Violetta Luongo

gialanella
L’ex governatore della Regione Antonio Bassolino insieme alla responsabile dei Beni archeologici Flegrei, Costanza Gialanella

POZZUOLI – «Un momento unico, una conquista essere riusciti finalmente a rendere godibile questo gioiello, uno scrigno in tufo che diventa tempio in marmo e poi cattedrale. Voglio però ricordare che non è possibile che il sabato e la domenica la cattedrale sia aperta mentre il percorso archeologico continua a non essere visitabile, non ci sono miglioramenti, pare che nessuno vuole farsene carico nonostante i continui appelli della Sovrintendenza», così Costanza Gialanella, responsabile dei Beni archeologici di Pozzuoli commenta la riapertura del Duomo del Rione Terra devastato da un incendio nel 1964 a cui è seguito il bradisismo del 1970 che ha causato lo sgombero dell’intera Rocca.

 

LA NOTA DOLENTE – Nota dolente dunque resta il percorso della cittadella romana sotterranea ancora ostaggio dei lavori, iniziati nel 1993 più volte interrotti e ripresi ma mai conclusi. Fino a sette anni fa il percorso archeologico, almeno la parte restaurata, era aperta e visitabile, 4mila metri quadrati da ammirare e percorrere, poi nuovamente chiuso per motivi gestionali ed economici.

IL PERCORSO ARCHEOLOGICO – Un tesoro archeologico che raccoglie e racconta le varie stratificazioni che si sono succedute nei secoli, il primo insediamento è del 194, in piena età Repubblicana per continuare fino al 1538 anno dell’eruzione di Monte Nuovo. Gli scavi hanno riportato alla luce interi lembi della città romana, con le strade e gli edifici destinati alla vita civile e commerciale di Puteoli. L’itinerario restaurato fu inaugurato nel 2002 e reso visibile fino al 2007 grazie ad una gestione provvisoria. In cinque anni migliaia furono i visitatori che, anche di notte, ebbero la fortuna di vedere qualcosa di unico nel suo genere. Un suggestivo percorso che attraversa uno dei decumani principali ed un cardine minore dell’antico tessuto urbano con osterie, depositi di merce e botteghe, tra cui un “pistrinum” con intatte le macine in pietra vulcanica adoperate per il grano. Dagli scavi sono emersi numerosi frammenti architettonici ed una serie di sculture in marmo pentelico, copie romane da originali greci di età classica, ora esposte nel Museo Archeologico a Baia. Dal 2004 la visita si è arricchita con la scoperta dei lupanari, con 30 anguste cellette con orinatoi e letti in pietra, destinati agli incontri erotici.