Ragazzina picchiata dalle compagne di classe: il pestaggio in un video fatto girare su WhatsApp

MARANO – Se l’è cavata con tre giorni di prognosi ma sarebbe potuta andare molto peggio ma soprattutto è stata aggredita senza alcuna ragione, mentre attorno a lei un pubblico divertito filmava la scena senza intervenire. È accaduto a Marano di Napoli dove ad una ragazza che frequenta la seconda media è stato teso un agguato proprio dalle sue compagne di classe. Come racconta la madre della vittima, che dopo aver sporto regolare denuncia si è rivolta al deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, lo scorso 27 febbraio la ragazza era casa, era pomeriggio, quando alcune compagne di classe hanno citofonato chiedendo di poter parlare con lei in strada. Così scatta la trappola, assieme alle compagne di classe c’era un elemento estraneo, una ragazza non appartenente alla classe ed è stata proprio lei ad aggredire la sua coetanea tirandole i capelli e colpendola con calci e pugni allo stomaco e al volto. Una volta tornata a casa la ragazza ha mostrato evidenti segni di aggressione come del sangue sul viso e ecchimosi ed escoriazioni sulle arcate sopraccigliari, al naso e sulle labbra.
IL PESTAGGIO – È stata vittima non di una semplice aggressione ma, a quanto sembra, di una punizione umiliante. Durante il pestaggio, infatti, erano presenti anche alcuni maschi che, oltre a non essere intervenuti per interrompere il massacro, hanno filmato la scena con lo scopo di diffonderla sul web. Anche alla madre della vittima è arrivato il video del pestaggio. “Oggigiorno siamo sin troppi abituati a manifestazioni di violenza – dichiara Borrelli – ma quando ad esserne protagoniste sono delle ragazzine poco più che bambine rabbrividiamo. Un raid punitivo che scimmiotta le azioni delle gang di strada, un pestaggio premeditato che si ispira al modus operandi della peggiore criminalità. Se si dice che queste cose capitano ovunque rispondiamo che purtroppo è vero ma ciò di certo non ci rincuora, noi guardiamo a casa nostra e i nostri problemi li vogliamo risolvere e per farlo non si può negare l’influenza della cultura criminale sulle giovani menti che provengano o meno da realtà difficili. Abbiamo chiesto che vengono identificati tutti i protagonisti di questo atto criminale, da chi ha teso l’agguato a chi ha picchiato (sembra che non sia la prima volta che lo fa) e a chi ha filmato.”