Close
Notizie flash Quarto

QUARTO/ Successo per il “II Forum della legalità”. Il PM Ardituro: «I cittadini devono pretendere una politica pulita»

QUARTO/ Successo per il “II Forum della legalità”. Il PM Ardituro: «I cittadini devono pretendere una politica pulita»
  • Pubblicato24 Aprile 2012
Un momento del dibattito

QUARTO –  Si è tenuto ieri, presso la sala teatro della scuola Don Milani, il 2°Forum della legalità: “Legalità è Sviluppo. Crescere nella cultura della Legalità per cambiare”; uno spazio dedicato alla sensibilizzazione nonchè alla riflessione su tematiche concernenti la legalità intesa come sviluppo, un incontro fortemente voluto dall’associazione Quarto Giovane e la parrocchia santa Maria libera nos a scandalis, che si è avvalso di autorevoli contributi. Una massiccia ed eterogenea platea ha ascoltato attentamente il dibattito, moderato dalla giornalista Livia Carandente, alternato dalle riflessioni di Eugenio Iannicelli, presidente dell’associazione Quarto Giovane; don Vittorio Zeccone, parroco della Santa Maria; Luigi Cuomo, coordinatore nazionale Sos Impresa, Marco Del Gaudio ed Antonello Ardituro magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia.

EDUCARE –   alla legalità vuol dire praticarla; è stato la sintesi del messaggio introduttivo del giovane Eugenio Iannicelli: «Sono felice che la nostra città oggi possa ospitare uomini come il dottore Antonello Ardituro, il dottore Del Gaudio e Luigi Cuomo che dovranno essere un riferimento per noi giovani e quindi guida per il nostro percorso di vita, poiché rivestono un ruolo fondamentale nel percorso della legalità del nostro tempo e del nostro territorio. Dobbiamo parlare, discutere, confrontarci con la parte sana della nostra città, con le scuole, con le chiese, con le istituzioni sane, col fine di marginalizzare sempre più il silenzio e l’omertà, che sono elementi cardini su cui poggia il malaffare e la corruzione. Dobbiamo, costruendo una cultura della legalità, offrire nuove opportunità di vita al territorio e alla sua gente»  ha dichiarato a gran voce il presidente dell’associazione Quarto Giovane, corroborato dalle parole di don Zeccone;

IL PARROCO –  «La Chiesa registra dati importanti. Preoccupazioni, sofferenze, disagi, inquietudini. Ed ha il dovere di mettere in luce questi dati, cercando di alleviare questi mali. Solo nella formazione di una specifica sensibilità sul tema della legalità, che non si ferma al singolo progetto ma che vede un impegno costante , in particolare nella cura e nell’accompagnamento dei giovani, riusciremo a riscontrare dei risultati. L’obiettivo primario è quello di aiutare i nostri giovani a comprendere come l’organizzazione della vita sociale ad ogni livello si fondi sulla consapevolezza che la cultura della legalità sia la migliore strada da seguire e che necessita di un cammino comune e parallelo tra individuo, istituzioni e associazioni per divenire nel lungo periodo patrimonio certo ed indiscutibile della collettività»– ha evidenziato il parroco.

LUIGI CUOMO –  «Educare alla legalità significa elaborare e diffondere la cultura dei valori civili; significa garantire un sostegno operativo quotidiano, perché solo un’azione di lotta radicata saldamente nelle coscienze potrà acquisire caratteristiche di efficienza e di risposta all’incalzare del fenomeno criminale» – ha testimoniato Luigi Cuomo. L’attenzione è salita con gli interventi dei magistrati antimafia che, tra le altre, hanno coordinato le indagini che hanno messo in luce i condizionamenti esercitati dall’organizzazione camorristica sulla vita politica di Quarto .

IL PM DEL GAUDIO –  «Io non vengo per portare informazioni, ma per chiederne a voi – ha tuonato il dottor Del Gaudio; imprenditori che preferiscono la denuncia alla connivenza, gente comune disposta a fornire informazioni, infatti, sono elementi che potrebbero semplificare notevolmente quell’azione antimafia che troppo spesso è costretta a scontrarsi contro un muro di omertà che la rende debole . Non sono venuto dunque a dirvi qualcosa ma a chiedere collaborazione, per mettere in luce ciò che tutti sanno ma che ancora troppo pochi denunciano. Il rispetto delle piccole regole serve ad evitare problemi più grandi. E’ un nostro dovere mantenere i diritti. Combattete per ciò che credete».

IL PM ARDITURO –  Attesa dai presenti in sala la conclusione del dottor Ardituro :  «Questa terra è una terra di camorra; noi siamo la testimonianza di un percorso professionale a disposizione della cittadinanza; portiamo un messaggio di speranza verso il cambiamento. I cittadini devono pretendere una politica pulita. La società in cui viviamo ha smarrito il senso dell’orgoglio di appartenenza al nostro territorio; dove c’e’ assenza di conoscenza delle proprie radici, dove non si sviluppano sensibilità sociali, dove cresce un malinteso senso del progresso, qui sguazza l’illegalità: così la furbizia di pochi va a danno di tutti»– ha chiosato il dottor Ardituro. Auspicando, dunque, in una società migliore per le future generazioni, il magistrato ha risposto poi alle domande poste dai referenti delle associazioni e dagli scolari intervenuti, letti come motore del cambiamento, per un riscatto sociale.

CS