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QUARTO/ «Per lavorare dovete pagare» Condannato a 6 anni estorsore degli “Amici di Marano”

QUARTO/ «Per lavorare dovete pagare» Condannato a 6 anni estorsore degli “Amici di Marano”
  • Pubblicato13 Giugno 2015

di Gennaro Del Giudice

gianluca rusciano
Gianluca Rusciano

QUARTO – Una vittoria per le vittime e una sconfitta per gli estorsori. E’ la sintesi della condanna a 6 anni di carcere inflitta a Gianluca Rusciano, 31 anni, di Marano, arrestato il 14 giugno del 2014 per il reato di estorsione. Nei suoi confronti il GUP del Tribunale di Napoli, Claudia Picciotti, ha emesso la sentenza di condanna a cui si aggiunge una multa di 6mila euro. L’uomo (che ha scelto il rito abbreviato) finì in manette durante un blitz dei carabinieri insieme al 30enne Antonio Agrillo, residente a Quarto e già noto alle forze dell’ordine. Rusciano era ritenuto un “emergente” del clan Polverino. A loro si è arrivò attraverso indagini-lampo condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dai carabinieri del Nucleo Operativo di Pozzuoli diretti dal capitano Gianfranco Galletta che li arrestarono all’alba del 14 giugno. Agrillo (che ha scelto il rito ordinario) e Rusciano nel mese di maggio, a nome degli “Amici di Marano” avevano messo in campo un’attività di estorsione nei confronti di una società di Napoli che stava per avviare i lavori in un edificio nel comune di Quarto.

 

LE MINACCE – Le vittime prima di iniziare lavori sul territorio dovevano ottenere il nulla osta dal clan dietro il pagamento di somme di migliaia di euro.In un’occasione Gianluca Rusciano si presentò presso il cantiere a Quarto rivolgendosi al fratello e socio della ditta che conduceva i lavori: “Avete cominciato a lavorare senza chiedere il permesso a noi di Marano, non solo, non avete mandato nessuna ambasciata, neanche per avvisare che stavate a disposizione”. Ed ancora: “Io vi ho avvisato, sapete cosa dovete fare e dove dovete andare a Marano. A voi non vi manca modo, già abbiamo parlato assai” ed anche: “Andate dove dovete andare e non mi costringete a venire di nuovo qua da voi. Sapete come funziona, ci sono le famiglie dei carcerati da mantenere”. Successivamente un responsabile del cantiere fu avvicinato da un uomo a bordo di una moto che intimò “Dì al tuo mastro che deve venire a Marano altrimenti spezzo le gambe a te! Lunedì non mettere mano perchè me la prendo con te”.