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QUARTO/ Incendio all’Espeko, danni per 1 milione di euro

QUARTO/ Incendio all’Espeko, danni per 1 milione di euro
  • Pubblicato23 Gennaio 2015
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Incendio all’Espeko

di Alessandro Napolitano

QUARTO – Un milione di euro di danni, quattro mezzi totalmente distrutti dalle fiamme e altri due soltanto in parte danneggiati. E’ grave il bilancio del rogo che nella notte tra mercoledì e giovedì è stato appiccato all’interno del capannone della ditta Espeko, specializzata in espurghi anche a livello industriale.

LE INDAGINI – Pare non ci sia più alcun dubbio sull’origine dolosa dell’incendio. A stabilire il “movente”, però, potranno essere soltanto le indagini scattate immediatamente e affidate ai carabinieri della compagnia di Pozzuoli e delle tenenza di Quarto. I militari hanno ascoltato a lungo il proprietario dell’impianto, Antonio Esposito. Chiedendogli se avesse ricevuto minacce o richieste estorsive negli ultimi tempi. Massimo riserbo, per ora, sul lavoro di chi sta indagando. Ad andare in fiamme e ad alimentare ancora di più il rogo anche la presenza di centinaia di balle di fieno. Utilizzate per il vicino allevamento di bestiame dell’imprenditore.

UNA SPARIZIONE “MISTERIOSA” – Se è stato il fieno ad alimentare ancora di più le fiamme, è stata invece una misteriosa sparizione ad aver alimentato quello che è oramai molto più di un sospetto riguardo all’origine dolosa dell’incendio: quella riguardante la manichetta antincendio posta all’esterno del capannone che, se fosse stato possibile utilizzare, avrebbe potuto aiutare i primi intervenuti a domare le fiamme. Che invece in pochi minuti avevano già avvolto camion e fieno. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per oltre 12 ore per spegnere del tutto l’incendio. Tre le squadre impegnate, giunte da Pianura e Fuorigrotta. Danneggiato anche lo stesso capannone, le cui travi di metallo si sono sensibilmente piegate per il fortissimo calore sprigionato dalle fiamme.

AZIENDA STORICA – Ora bisognerà accertare le responsabilità di un incendio chiaramente doloso che rischia di mettere in ginocchio un’azienda che opera dal 1979 con ben 16 dipendenti in organico. E che può vantare di avere appalti con grandi aziende e amministrazioni pubbliche. E, infine, tra le poche a gestire anche il servizio di smaltimento (in un altro impianto) oltre che alla raccolta di acque reflue. Secondo quanto dichiarato dal titolare, nessuna minaccia o richiesta estorsiva sarebbe mai stata ricevuta negli ultimi mesi.