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QUARTO/ Clan Polverino, in arrivo la sentenza: alla sbarra imprenditori e “pentiti”

QUARTO/ Clan Polverino, in arrivo la sentenza: alla sbarra imprenditori e “pentiti”
  • Pubblicato11 Aprile 2015

di Alessandro Napolitano

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Clan Polverino, in arrivo la sentenza: alla sbarra imprenditori e “pentiti”

QUARTO – E’ partito il conto alla rovescia per l’attesissima sentenza del processo che vede alla sbarra imputati eccellenti, accusati di essere legati al clan Polverino. Tra questi notissimi imprenditori, arrestati nel corso del blitz del 2011, quando i carabinieri eseguirono ben 39 ordinanze di custodia cautelare. In realtà non tutte andarono a segno.

NOMI NOTI – Tra gli indagati qualcuno riuscì a sfuggire alle manette. Come Nicola Imbriani, costruttore edile, poi catturato a Brugine, in provincia di Padova, nel gennaio del 2012. Al fianco di Imbriani, imputato nello stesso processo, anche Castrese Paragliola, ex patron del Quarto Calcio. Altro nome noto tra chi è in attesa di conoscere il suo destino giudiziario è Salvatore Liccardi, detto “Pataniello”, considerato il braccio destro del boss Giuseppe Polverino, alias ‘o barone, quest’ultimo già condannato a 17 anni in secondo grado al termine del processo celebrato con rito abbreviato.

Roberto Perrone, storico affiliato al clan Polverino oggi collaboratore di giustizia
Roberto Perrone, storico affiliato al clan Polverino oggi collaboratore di giustizia

IL PENTITO PERRONE – Determinanti per l’accusa, sono state poi le dichiarazioni di Roberto Perrone, ex ras del clan per gli affari quartesi, poi diventato collaboratore di giustizia. In totale sono 23 gli imputati per i quali, lo scorso 14 marzo, l’accusa ha formulato le richieste di condanna. Per Imbriani e Paragliola il pubblico ministero ha chiesto 12 anni di carcere, mentre 8 sono gli anni di detenzione per il “pentito” Perrone. Ben più pesante la richiesta nei confronti di Liccardi, ben 24 anni. Stessa richiesta anche per Fabio Allegro, Salvatore Cammarota e Giuseppe Simioli.

IL COMUNE PARTE CIVILE – Tre le parti civili, il Comune di Quarto, l’associazione antiracket Sos Impresa e l’Aduc, assistiti rispettivamente dagli avvocati Attilio Belloni, Alessandro Motta e Agostino La Rana.