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Punito dal clan per un tradimento d’amore, arrestati in cinque – LE FOTO

Punito dal clan per un tradimento d’amore, arrestati in cinque – LE FOTO
  • Pubblicato16 Marzo 2015

di Alessandro Napolitano

Il negozio di via Santa Maria teatro dell'agguato
Il negozio di via Santa Maria teatro dell’agguato

QUARTO – Per quasi sette anni è rimasto un ferimento senza responsabili,. Un agguato in pieno centro, di giorno. E’ quello che vide vittima Omar Memedosky, all’epoca 28enne. L’uomo, di origini macedoni, sarebbe stato colpito alle gambe perchè intratteneva una relazione sentimentale con la moglie del figlio di un imprenditore. Sarebbe stato quest’ultimo a chiedere agli uomini del clan Polverino di regolare lo “sgarro”. Da qui l’agguato, consumato all’interno di un negozio di latticini in via Santa Maria, il 19 dicembre del 2008.

PARLANO I PENTITI – Dopo anni di indagini, ma soprattutto dopo aver raccolto le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia una volta appartenenti alla compagine camorristica, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale l’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti. Tra questi anche il proprietario del complesso Impero II di Licola, Gennaro Di Razza. Assieme al titolare del noto locale, a ricevere le ordinanze custodiali sono stati il boss Giuseppe Polverino, Salvatore Liccardi, alias “Pataniello”; Salvatore Simioli e Sabatino Cerullo, detto “Ciccio pertuso”. Ad eseguire le misure restrittive sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli.

Omar Memedosky, gambizzato nel 2008
Omar Memedosky, gambizzato nel 2008

PIOMBO IN PIENO GIORNO – L’agguato avvenne attorno alle 11 del mattino. Secondo quanto trapelò all’epoca, a fare fuoco fu un uomo seduto al posto del passeggero di una Fiat Panda bianca. L’imprenditore, secondo l’Antimafia partenopea, sarebbe stato molto legato ad altri soggetti gravitanti attorno al clan. Diversi, inoltre, sarebbero stati gli “avvertimenti” per Omar Memedosky, che continuò però a frequentare la donna che aveva sposato il figlio di Di Razza. Nonostante i pestaggi subiti, l’uomo non aveva fatto marcia indietro. Di Razza, dunque,decide di punirlo chiedendo agli uomini del clan di entrare in azione.

MISTERO LUNGO SETTE ANNI – Che si trattasse di un regolamento di conti non c’erano dubbi. Ma che c’entrassero relazioni sentimentali non fu mai provato. Subito ci si concentrò su possibili sgarri da pagare nell’ambiente dello spaccio di droga, ad opera di qualcuno che non facesse parte del “sistema”. Lo stesso sistema, però, che sarebbe entrato in azione per lavare col sangue l’onta di una relazione extraconiugale.

LE FOTO

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