Close
Primo Piano

POZZUOLI/ “Stop alla puzza dai depuratori, non vogliamo morire”: protesta a Licola

POZZUOLI/ “Stop alla puzza dai depuratori, non vogliamo morire”: protesta a Licola
  • Pubblicato26 Ottobre 2017

POZZUOLI – «Abbiamo il diritto a respirare aria pulita» è lo slogan che da questa mattina sta accompagnando il sit-in di protesta all’ingresso dei depuratori di Cuma-Licola. La manifestazione è stata organizzata da associazioni e comitati della periferia da anni colpita dal cattivo funzionamento dell’impianto. Circa 100 persone che chiedono dignità per il territorio e la fine di miasmi e cattivi odori che quotidianamente infestano l’intera area di Licola. La protesta arriva nel giorno in cui una delegazione della Commissione Parlamentare per l’Ambiente è in visita nei Campi Flegrei e nell’impianto di Cuma-Licola.

I MANIFESTANTI – “Non si può morire di puzza”, “I bambini non possono respirare quest’aria” tra i cartelli esposti all’ingresso dagli attivisti del Comitato Riqualificare Licola, del Comitato Parco Paradiso e dal Co.A.s., rappresentati rispettivamente da Umberto Mercurio (che ha organizzato la manifestazione) Paola Aucelli e Ciro Di Francia. Insieme a loro le mamme dei bambini degli istituti scolastici di Licola e i residenti della zona. Manifestanti che hanno chiesto ai rappresentanti della delegazione tempi certi per gli interventi ai depuratori e una definitiva risoluzione della problematica. Assenti i rappresentanti del consiglio comunale di Pozzuoli e la politica locale, cosa che non è passata inosservata ai manifestanti.
L’INCONTRO – La manifestazione di questa mattina arriva dopo la partecipazione del Comitato delle Associazioni a un’audizione con la Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti ed illeciti ambientali avvenuta ieri. “Il Co.A.s. ha presentato un dossier sugli scarichi a mare del collettore borbonico, del Canale Abruzzese, dell’alveo dei Camaldoli, sulle mancate bonifiche delle discariche, in particolare di Pianura e Giugliano; per la mancata sostituzione del Presidente della Commissione interministeriale, dimessosi a giugno 2016” ha spiegato il presidente Ciro Di Francia.