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POZZUOLI/ Rimborsi d’oro per i consiglieri: 6.500 euro al mese a società che ne ha fatturati 20mila in un anno. Per il comune costi da 3 milioni di euro – TUTTI I NOMI

POZZUOLI/ Rimborsi d’oro per i consiglieri: 6.500 euro al mese a società che ne ha fatturati 20mila in un anno. Per il comune costi da 3 milioni di euro – TUTTI I NOMI
  • Pubblicato5 Novembre 2024

POZZUOLI – C’è chi ha trovato lavoro dopo essere stata eletta e chi percepisce uno stipendio da 6.500 euro al mese da un’azienda che nell’ultimo anno ha fatturato appena 20mila euro. Poi c’è chi arriva ad avere una busta paga da oltre 5mila euro come presidente di associazione e chi, dopo la nostra inchiesta sui rimborsi erogati dal comune di Pozzuoli ai datori di lavoro, ha smesso di lavorare. A queste situazioni si aggiungono poi i numeri: dall’inizio dell’amministrazione Manzoni nove consiglieri comunali sono costati (in 27 mesi) 594.793 euro a cui si aggiungono altri 634.695 euro di gettoni di presenza per le commissioni e per i consigli comunali per un totale di un milione e 300mila euro. Spesa che, a fine consiliatura, raggiungerà in proiezione i 3 milioni di euro. Parliamo dei rimborsi che vengono erogati alle aziende per le ore o le giornate di effettiva assenza del lavoratore. In sintesi: il consigliere si assenta dal posto di lavoro per svolgere la propria funzione pubblica e il comune paga in base allo stipendio e al tipo di contratto.

LA MANCATA TRASPARENZA – I numeri sono stati resi noti – dopo 6 anni di oblio – dal comune di Pozzuoli in seguito alle denunce di Cronaca Flegrea a cui è seguita una lettera dei consiglieri di maggioranza e opposizione alla dirigente e al sindaco. La risposta, seppur parziale, è arrivata con una determina datata 1 novembre a firma della dirigente Giuseppina Flagiello Pennacchi nella quale però vengono riportati solo i nomi delle aziende che ricevono i rimborsi, mentre sono stati omessi i dati dei 9 consiglieri che ne hanno fatto richiesta (7 di maggioranza e 2 di opposizione). C’è da sottolineare che i rimborsi possono essere richiesti anche a fine consiliatura, sommando tutte le ore e i giorni trascorsi al comune.

IL CASO – Ma andiamo ai casi specifici. Al primo posto della classifica dei consiglieri più costosi c’è Sandro Cossiga (Pozzuoli Libera) che da dicembre 2022 ha iniziato a produrre richieste di rimborso che in 21 mesi hanno raggiunto la cifra di 132.382 euro, per uno stipendio medio di 6.500 euro che ha toccato la punta massima di 6.783 euro ad ottobre dell’anno scorso. Avvocato e consigliere dal 2008, Sandro Cossiga lavora per la “Venture Lab srls”, società che ha sede a Monterusciello e che nel 2023 ha fatturato 20.040 euro registrando anche una perdita, rispetto all’anno precedente, di 9.735 euro. Attiva nel settore dei “servizi e noleggi”, la Venture Lab dal 2022 ha in organico un solo dipendente che nel 2023 è costato circa 77.000 euro, ovvero la cifra dei rimborsi richiesti proprio da Cossiga.

Manuela D’Amico

IL BIRRIFICIO – Al secondo posto della speciale classifica si piazza Manuela D’Amico (Spazio Flegreo), laureata con un master di I livello in Project management, che per 24 mesi ha chiesto rimborsi per conto della “Top Distribuzione SRL”, azienda napoletana che gestisce il “Birrificio Artigianale Napoletano” di proprietà di due puteolani. La D’Amico a partire da settembre 2022 (2 mesi dopo essere stata eletta) e fino ad agosto scorso ha prodotto rimborsi per una cifra pari a 115.014 euro. La media mensile è stata di 4.792 euro con uno stipendio massimo (ricevuto a maggio scorso) di 5.615 euro. Prima di essere assunta dal birrificio la consigliera, come ha dichiarato nel suo curriculum vitae presentato in sede di candidatura, lavorava presso la “Emme Project ASD” di Pozzuoli, società che promuove eventi sportivi e che ha sede presso il suo stesso indirizzo di residenza.

IL PRESIDENTE – Al terzo posto c’è il consigliere di opposizione Riccardo Volpe (Pozzuoli Ora) che da qualche mese è diventato presidente della Cooperativa Sociale “Social Ubuntu” che di recente ha partecipato a un bando indetto dal comune di Pozzuoli. In organico dal 2018, Volpe in 25 mesi è costato finora 91.701 euro (per una media di 3.668 euro mensili) e la sua cooperativa ha ricevuto un rimborso  massimo di 5.690 euro conseguito a marzo scorso. Al quarto posto c’è Gianluca Sebastiano (Italia Viva) che ha fatto richiesta di rimborsi per due aziende: secondo i dati diffusi dal comune si evince che il consigliere di minoranza, da agosto 2022 e fino a novembre 2023, ha lavorato prima per conto della “Polaris società cooperativa multiservizi”, poi finita in liquidazione e nello stesso mese Sebastiano è poi stato assunto dalla “Promozionale Italiana Spa”, azienda che si occupa della produzione di gadget. I costi: finora è costato 79.616 euro per una media mensile di circa 3.500 euro. Altro “big” è Gennaro Pastore (Pozzuoli al Centro) dipendente dal 2020 di “Edem Consulting srl”, azienda napoletana che nell’ultimo anno ha fatturato appena 56mila euro a fronte di un costo del personale pari a 37mila euro. Pastore, a partire da luglio 2022, è costato finora  74.486 euro (in media 2.800 euro mensili). Segue Lidya De Simone (Pozzuoli Libera), dipendente del Banco BPM di Pozzuoli che finora ha chiesto rimborsi per 57.884 euro.

Maria Rosaria Testa

IL NEGOZIO – Tra i nove consiglieri che percepiscono rimborsi ci sono anche Enzo Pafundi (Europa Verde), Maria Rosaria Testa (Pozzuoli Democratica) e il presidente del consiglio Mimmo Pennacchio. Pafundi dall’ottobre del 2023, dopo aver chiuso la propria società, ha chiesto rimborsi per conto della “Pafundi Srl” di proprietà della sorella e del cognato per un totale di 24.691 euro per una media di 2mila euro mensili. Maria Rosaria Testa, invece, che prima della sua elezione era “in attesa di occupazione” secondo quanto scritto nel curriculum allegato alla sua candidatura alle scorse elezioni, da settembre del 2022 ha iniziato a lavorare e a chiedere rimborsi per la “Consulenza Flegrea sas” di Arco Felice per un totale di 14.951 euro. La consigliera ha inoltrato richieste fino allo scorso gennaio per poi fermarsi, Infine all’ultima voce c’è Mimmo Pennacchio, che per 4 mesi è stato alle dipendenze della società di telefonia “Unitech Digital Media srl” di Quarto chiedendo rimborsi per 4.064 euro.