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POZZUOLI/ Record per la Foce di Licola: è «fortemente inquinata» da 10 anni

POZZUOLI/ Record per la Foce di Licola: è «fortemente inquinata» da 10 anni
  • Pubblicato10 Agosto 2019

POZZUOLI – Anche quest’anno Goletta Verde ha svolto il consueto monitoraggio lungo le coste campane, concentrando l’attenzione sulle foci di canali, fiumi e torrenti. Nei 31 siti oggetto d’indagine, in ben 17 sono stati registrati valori di carica batterica elevata. La foce del canale di Licola, in località Licola Mare – Pozzuoli, “vanta” un record assoluto: per il decimo anno consecutivo il giudizio di Legambiente è di “fortemente inquinato”. Il triste primato è condiviso con altre cinque località: foce del fiume Irno a Salerno, del Savone a Mondragone, del fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce dei Regi Lagni a Castel Volturno, e della foce del torrente Asa a Pontecagnano.

LA FOCE DI LICOLA – Il campionamento è stato effettuato il 15 Luglio scorso a ridosso della foce, nella quale confluiscono gli Alvei Camaldoli e Quarto, normalmente asciutti in assenza di piogge, e il canale Abbruzzese. Le analisi, che sono aggiuntive rispetto a quelle dell’Arpac, hanno rilevato concentrazioni di batteri fecali superiori al doppio di quelle di soglia. Si tratta di una realtà tristemente nota a tutti, Istituzioni comprese, alla quale non si riesce a mettere la parola fine nonostante gli esposti alla Procura della Repubblica, le proteste di comitati e associazioni locali, segnalazioni sui social, convegni, tavole rotonde, ecc. Diversi sono stati gli impegni presi e poi disattesi con il classico rimpallo di responsabilità. Ancora oggi non si riesce ad avere un quadro chiaro delle cause, si parla genericamente di scarichi inquinanti abusivi, ma manca una mappatura ufficiale degli stessi. Ricordiamo che i canali in questione sono gestiti dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno attualmente commissariato dalla Regione Campania.

EMERGENZA AMBIENTALE – «Anche i controlli effettuati dall’Arpac rendono bene la gravità della situazione della depurazione in Campania dove, di fronte a quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – poco o niente è stato fatto dalle istituzioni. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nelle agende della classe politica regionale. È ora che la Regione Campania metta in atto al più presto un’adeguata ed efficace azione di prevenzione, piuttosto che attendere il conclamarsi delle varie crisi che puntualmente colpiscono il territorio come l’emergenza sul fronte della depurazione. Proprio per questo abbiamo accolto con piacere la proposta di legge di riordino dell’ARPAC con l’obiettivo di conferire a questo importante organismo un nuovo protagonismo. Speriamo che tutto ciò avvenga in tempi celeri, dotando l’Agenzia di risorse, strumenti e capacità di controllo, mantenendo saldo e rafforzando il principio ente terzo e imparziale».

Non va meglio, infine, sul fronte dell’informazione ai cittadini. La cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i comuni e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, è praticamente assente: i tecnici di Goletta Verde che hanno avvistato in Campania soltanto un cartello rispetto ai 31 punti analizzati, a Napoli, sul lungomare Caracciolo, sulla spiaggia Mappatella beach. Mentre in cinque casi non campionati dalle Autorità competenti, era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge.