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POZZUOLI/ Presta soldi all’amico e si ritrova di fronte la camorra

POZZUOLI/ Presta soldi all’amico e si ritrova di fronte la camorra
  • Pubblicato8 Febbraio 2015

di Alessandro Napolitano

Posti di lavoro in cambio di soldi a Pozzuoli
Presta soldi all’amico e si ritrova di fronte la camorra

POZZUOLI – Ritrovarsi sul lastrico per aver prestato soldi alla persona sbagliata. A colui che credeva fosse un amico. Ed invece era un “amico degli amici”. E cioè della camorra. E’ l’amara storia di un negoziante di Pozzuoli che dopo ben sette anni sarà portata in un’aula di tribunale.

SI VA IN TRIBUNALE – Il giudice per l’udienza preliminare dovrà decidere sul rinvio a giudizio di coloro che rischiano l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il “mandante”, vale a dire l’amico del negoziante e “l’esecutore materiale”, colui che spendendo il nome del clan Longobardi-Beneduce avrebbe intimorito la vittima, impedendogli di rientrare in possesso dei suoi soldi. Il prossimo 3 marzo ci sarà l’udienza in camera di consiglio. In caso di rinvio a giudizio il Comune di Pozzuoli e la presunta vittima si costituiranno parte civile, con l’aiuto dell’associazione Sos Impresa e degli avvocati Alessandro Motta e Alfredo Nello.

SETTE ANNI DI TRAVAGLIO -La vicenda inizia nel 2008 quando il negoziante di Pozzuoli riceve la visita di un suo vecchio amico. Quest’ultimo è in difficoltà economiche e gli chiede un prestito: 10mila euro da restituire alla data pattuita. Ma quando arriva il giorno fissato il debitore dice di non avere nulla. Passa altro tempo e di quei soldi nemmeno l’ombra. Nonostante il tempo trascorso il debito resta ancora da saldare. Intanto l’attività del negoziante inizia a dare i primi segni di cedimento. Quei soldi gli servirebbero per tentare di rilanciare la propria attività, ma per ora è impossibile esigerli. Ma ad un tratto diventerà del tutto impossibile riaverli indietro.

L’AMICO DEGLI AMICI – All’ennesima richiesta di restituzione, infatti, si presenta un’altra persona. Fa intendere che quel denaro lo può anche dimenticare. E per far capire meglio il concetto presenta il suo “biglietto da visita”: dice di essere amico di “Quelli di fuori al bivio”. Che non è altro che un modo per dire che è vicino al clan Longobardi-Beneduce ed in particolare all’ala quartese. La vicenda si trascina fino al 2012, quando il negoziante decide di denunciare quanto accadutogli. Nel frattempo la sua attività – che oramai era finita nel peggiore dei modi – riesce ad ottenere un aiuto concreto da Sos Impresa e a risalire pian piano la china. Ma la storia non è certo finita. Se ne riparlerà in tribunale.