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POZZUOLI/ Pierluigi, il ricordo dei colleghi del papà «Per noi era come un figlio»

POZZUOLI/ Pierluigi, il ricordo dei colleghi del papà «Per noi era come un figlio»
  • Pubblicato6 Ottobre 2019
Il commissario Laezza insieme ai colleghi all’esterno del commissariato di Polizia di Pozzuoli

POZZUOLI – Mano nella mano con il suo adorato papà, Pierluigi da piccolo aveva varcato tante volte la soglia di quel commissariato di Polizia. Lì era diventato una “mascotte”, coccolato da tutti i colleghi di Pasquale Rotta, ex sovrintendente capo, che lo avevano visto crescere fino al suo ingresso in Polizia. Per otto mesi, lo scorso anno, aveva anche lavorato con loro, come in una sorta di passaggio di consegne tra padre e figlio. Pierluigi era arrivato il Friuli dopo tre anni trascorsi in Marina Militare dove si era arruolato come Volontario in ferma breve, ma senza mai perdere la voglia di seguire le orme del padre, riuscendo poi a vincere il concorso per entrare in Polizia: dopo un anno di corso di addestramento, nel 2017 rimase a Trieste dove poco dopo trovò l’amore della sua vita, la poliziotta Carmen, con la quale aveva deciso di mettere su famiglia. Era diventato agente scelto e dopo oltre due anni alle Volanti ambiva a passare alla Squadra Mobile.

COME UN FIGLIO – Ieri mattina gli ex colleghi del padre erano all’esterno degli uffici del commissariato di Pozzuoli dove, con le lacrime agli occhi, hanno ricordato la figura di Pierluigi. Struggente il ricordo che ci ha fornito Rita Laezza, commissario di Polizia che per anni è stata collega prima del padre e poi del figlio. «Lo abbiamo visto crescere, diventare grande, lo abbiamo cresciuto perché la Polizia di Stato è una grande famiglia –ricorda Laezza – Oggi abbiamo perso un figlio, un fratello dolcissimo, una persona splendida. Ricordo quando andavamo a fare ordine pubblico allo stadio di Pozzuoli dove lo vedevamo correre dietro ad un pallone perché lui amava questo sport. Il papà è andato in pensione e lui quando è entrato in polizia per noi è stata una grande gioia. Onesto, responsabile, ligio al dovere, adesso aveva deciso di formare una famiglia a Trieste e noi non vedevamo l’ora di festeggiare il suo matrimonio, vedere nascere i suoi bambini e la sua famiglia come succede per tanti giovani poliziotti. Siamo distrutti da questa notizia, speriamo di poter essere da sostegno per il nostro collega Pasquale, per la moglie e per l’altra figlia. Abbiamo perso un pezzo importante della polizia di stato, questo è un lutto gravissimo per tutto il corpo. Ancora oggi facciamo fatica ad accettarla come realtà, perché è come se Luigi fosse ancora qui, vicino a noi».