POZZUOLI/ Ordinanze non firmate, l’accusa: «Per Figliolia i puteolani non sono tutti uguali»
POZZUOLI – «Anche il Sostituto Procuratore della Repubblica, Sergio Amato, ha confermato quello che l’opposizione già denunciava a febbraio, ovvero che il sindaco Figliolia ha gestito in maniera discrezionale le ordinanze relative alle chiusure dei locali commerciali, firmandone alcune e ignorando altre. Nel decreto di archiviazione c’è scritto a chiare lettere: “[…] essendo stata accertata una illegittima gestione dei provvedimenti, adottati dall’indagato, Sindaco di Pozzuoli, in relazione alle modalità di attuazione in materia di occupazione suolo pubblico […] quanto ad oggettive disparità di trattamento emerse nei confronti di numerosi esercenti commerciali nei confronti dei quali non risulta adottato il provvedimento di chiusura dell’attività”. E’ quanto scrive in un comunicato il Movimento Pozzuoli Ora dopo l’attacco al sindaco da parte del consigliere gialloblu Raffaele Postiglione in merito a ordinanze di chiusura dei locali commerciali non firmate dallo stesso sindaco Figliolia.
DUE PESI E DUE MISURE – «Noi parliamo di responsabilità politica – afferma il consigliere Postiglione – e nulla più. Il sindaco spieghi a noi e alla città, perché non ha firmato le sessanta ordinanze di chiusura che erano sulla sua scrivania. Perché non spiega alla città dove sono i cento verbali della Polizia Municipale che non si trovano. Spieghi per quale motivo per infrazioni rilevate nel medesimo giorno si è proceduto in maniera diversa. Il sindaco ha fatto due pesi e due misure per sanzioni nate nello stesso momento su procedimenti che nascevano da sanzioni identiche. Se l’archiviazione del procedimento da un lato ha prosciolto penalmente il Sindaco Figliolia, dall’altro ha esplicitato l’illegittimità del suo operato. Mettendolo nero su bianco, il PM ha ribadito una percezione che in città era forte da tempo: agli occhi del nostro primo cittadino i Puteolani non sono tutti uguali, non sono parimenti trattati, o almeno così è stato per i commercianti. Il sindaco deve dimettersi, il pericolo che una simile condotta possa essere reiterata anche sotto altri aspetti della vita amministrativa è troppo alto.»