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POZZUOLI/ «L’esempio Bobo’ per combattere la camorra» locali comunali in premio a chi denuncia le estorsioni

POZZUOLI/ «L’esempio Bobo’ per combattere la camorra» locali comunali in premio a chi denuncia le estorsioni
  • Pubblicato1 Dicembre 2023

POZZUOLI – Un incentivo per contrastare la camorra che arriva proprio a dicembre, mese che storicamente è segnato sul calendario dei clan per la rata di “Natale”. L’obiettivo è dare vita a una spirale di denunce per dire “no” al pizzo. Così come fece Giuseppe Bruno, il ristoratore che ha fatto arrestare e condannare il boss Gennaro Longobardi e il suo sodale Gennaro Amirante. La misura porta la firma della Giunta comunale Manzoni che oggi ha votato all’unanimità una delibera che prevede “sostegno ad azioni di contrasto alla criminalità organizzata”. Nell’atto, infatti, si stabilisce la possibilità di assegnare in fitto una parte di locali comunali non destinati ad uso abitativo a chi abbia contribuito a far arrestare o condannare soggetti responsabili di crimini malavitosi. Lo scopo dell’iniziativa è “concedere il giusto riconoscimento ai quei cittadini che abbiano assunto una posizione coraggiosa di denuncia di reati commessi dalla criminalità, esponendo la propria persona e la propria famiglia al rischio di pericolose ritorsioni”.

L’EPISODIO – In questa direzione che un riconoscimento non può non andare proprio a Giuseppe Bruno meglio conosciuto come Bobo’, che denunciò i suoi estorsori  i quali cercarono gli imporgli il pagamento di una quota di 1.500 euro al mese e la fornitura di frutti di mare a prezzi fuori mercato. Era l’aprile del 2017 quando Bobò si rivolse ai carabinieri che arrestarono i due in seguito a indagini che fecero scattare un fermo per indiziato di delitto. Durante il processo (celebrato con rito ordinario) Longobardi è stato condannato a 13 anni di carcere mentre Amirante (processato con rito abbreviato che prevede un terzo di sconto sulla pena) è stato condannato ad 8 anni. I due attualmente sono ancora detenuti.