POZZUOLI/ La rivincita del ristorante Tre Piccioni «I test dei NAS tutti negativi. Pronti a denunciare» Spunta l’ipotesi della messa in scena

POZZUOLI – Peppe Cerqua mostra con orgoglio i risultati delle analisi effettuate dal NAS di Napoli sui prodotti serviti a tavola durante quella concitata domenica di tre settimane fa, quando diverse persone accusarono sintomi che furono ritenuti riconducibili ad una intossicazione «Ma tutti non imputabili al nostro ristorante» tiene a precisare il direttore acquisti del ristorante “Tenuta Tre Piccioni – da Emilio” che scaccia ogni accusa sulla base di risultati scientifici «incontestabili». Si tratta, infatti, di otto rapporti di prova generati presso l’Istituto Zooprofilattico di Portici che hanno dato tutti esito negativo. Tradotto: tutto il cibo servito durante la festa al termine della quale nove persone si recarono in ospedale (quattro al “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli) era buono. Nessuna traccia, dunque, di contaminazione è stata rilevata durante le indagini epidemiologiche effettuate su ostriche, salmone, frutti di mare, sughi, pesci e su tutti gli alimenti serviti quel giorno. Dopo i test il ristorante, che si trova sulla collina di via Trepiccioni, tra Monterusciello e Licola, ha riaperto al pubblico facendo registrare il tutto esaurito negli ultimi due week end.
LA FESTA – «Siamo un’eccellenza, usiamo solo prodotti locali, tutti tracciati e con fattura. Nulla entra qui dentro senza la documentazione – spiega Peppe Cerqua che ripercorre i fatti di quella giornata – ritengo che sia stato un episodio montato. Quella domenica, come tante altre, c’erano 220 persone nel nostro ristorante. Tra cerimonie e spicciolate tutti hanno mangiato le stesse cose facendoci anche i complimenti per la bontà e la freschezza del cibo. Ora mi chiedo: possibile che su 220 persone solo loro hanno avuto problemi? Tra l’altro i genitori del bambino e gli invitati sono arrivati alle 15:30 ed hanno mangiato fino al dolce, poi alla fine del pasto quando il papà del festeggiato si è sentito male, un’anziana e un’altra persona hanno detto di non stare bene. E’ sembrato quasi un effetto a catena, un qualcosa che è nato dopo che quell’uomo è stato portato in ospedale». Sul malore accusato dal Antonio Iorio, papà del piccolo festeggiato, Peppe non sembra avere dubbi «Stava davvero male, tant’è vero che l’ambulanza l’ho chiamata io. Era sudato fradicio, bianco in volto e la moglie mi riferì che non si curava, che aveva il diabete. Lui è stato l’unico che veramente si è sentito male, ma per altri problemi».
IL CONTO – Durante quelle fasi concitate, dopo l’arrivo della prima ambulanza e dei carabinieri, ci fu spazio anche per uno screzio sul conto da pagare «Mi dissero che non avrebbero pagato perché così gli era stato detto dall’avvocato nonostante i carabinieri gli dissero il contrario, ovvero che il conto andava pagato – racconta Peppe Cerqua – Sembrava tutto preparato. Da quel giorno queste persone sono sparite, il papà del bambino non mi ha più risposto al telefono. Devono pagare 1.900 euro. A questo punto mi viene da pensare al male. Da parte mia, comunque, sono pronto a ricorrere alle vie legali: ho già dato mandato a un avvocato perché vogliamo denunciare queste persone visto il danno di immagine ed economico che ci hanno arrecato».