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POZZUOLI/ I killer dei Ferro finti poliziotti per colpire il Ras di Quarto

POZZUOLI/ I killer dei Ferro finti poliziotti per colpire il Ras di Quarto
  • Pubblicato25 Aprile 2018
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POZZUOLI – Un finto controllo di polizia per colpire il RAS di Quarto Gaetano Campanile, alias “Ninuccio ‘e Pisciachiara”, reo di “voler mettere da parte” i Ferro dopo l’uscita dal carcere di Nicola Palumbo. Fu questo lo stratagemma messo a punto dai sicari del clan di Antonio e Andrea Ferro che il 23 febbraio del 2013 ferirono in un agguato il 43enne Castrese Fruttaldo detto “Astro”, colpito da un colpo di fucile mentre si trovava in auto con Gaetano Campanile, 44 anni, arrestato nel 2016 durante l’operazione “Iron Men”. Il movente dell’avvertimento fu evidente fin dal primo momento, visto che il commando non si accanì sulla vittima, nonostante il suo ferimento e l’uscita di strada dell’auto.

IL PENTITO – La conferma arriva dalle parole del pentito Antonio Ferro che ha svelato i retroscena: «L’agguato a Castrese Fruttaldo era in realtà diretto a colpire Gaetano Campanile che era in macchina con lui. Andammo con due macchine e armati di fucili a pompe. Simulammo un controllo di polizia e nel corso dell’agguato perdemmo la paletta. Dovevamo dare un avvertimento a Campanile perchè era uscito da poco Nicola Palumbo e voleva insieme a Palumbo metterci da parte». Ferro spiega anche i motivi dell’ascesa di Campanile, in concomitanza con l’uscita dal carcere del boss di Pozzuoli Gennaro Longobardi «Nel periodo in cui Longobardi fu scarcerato, avevamo lasciato spazio al gruppo di Palumbo , in quel momento rappresentato da Campanile» e aggiunge: «Lasciammo spazio a loro perchè si erano logorati del tutto i rapporti e, nonostante gli accordi presi, nessuno di loro rispettava i patti. Quando Campanile prese le redini del clan, prima Palumbo e poi Campanile, il clan si estese anche su Quarto, nel loro storico territorio»

L’AGGUATO – Castrese Fruttaldo, titolare di un bar a Quarto, quel giorno si trovava alla guida della sua auto, una Suzuki Splash, in compagnia del RAS Gaetano Campanile. Erano le 17 circa quando i due furono affiancati in via Consolare Campana da una Mercedes con a bordo 4 persone, una delle quali esibì una paletta in dotazione alle forze dell’ordine intimando l’alt. Contemporaneamente dal finestrino spuntò anche un fucile dal quale partì un colpo che ferì Fruttaldo a un braccio. L’auto con a bordo Campanile e Fruttaldo si andò a schiantare contro un muretto mentre i sicari si diedero alla fuga.