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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Da volontario a Monterusciello ad assassino nella mattanza di Palermo, parla un vicino: «Stava sempre chiuso in casa»

POZZUOLI/ Da volontario a Monterusciello ad assassino nella mattanza di Palermo, parla un vicino: «Stava sempre chiuso in casa»
  • Pubblicato15 Febbraio 2024

POZZUOLI – Si è trincerato nel silenzio Massimo Carandente, il 51enne di Pozzuoli accusato di essere uno dei tre assassini della strage di Altavilla Milicia nella quale sono stati uccisi una madre e i suoi due figli. Ieri, davanti al gip Valeria Gioeli chiamata a decidere sulle convalide Carandente, la compagna Sabrina Fina e il marito-padre delle vittime si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sotto shock dopo aver appreso la notizia anche i familiari del 51enne puteolano che vivono a Monterusciello dove lavorano e gestiscono attività commerciali. Una famiglia perbene, che nel post bradisismo come tante altre famiglie puteolane si era trasferita dal centro alla periferia in una casa dei lotti popolare messa a disposizione dal comune di Pozzuoli.

LE REAZIONI – «Massimo era un tipo un pò strano, sempre chiuso in sé stesso, sembrava sempre che pensasse a qualcosa o nascondesse qualcosa, ma nessuno avrebbe mai immaginato che potesse fare una cosa del genere, diventare un assassino. Lo ricordo quando faceva volontariato all’associazione Luongo a Monterusciello, lo vedevo che dava una mano, che spazzava a terra. Poi è sparito per diversi anni dopo la fine del suo matrimonio. Tempo fa avevo saputo che stava  convivendo in Sicilia» ha raccontato un conoscente che abita in via Pasolini, al lotto 3, nei pressi dell’abitazione della famiglia.

LA CONDANNA – Intanto con una nota il Consiglio Esecutivo Federale dell’Alleanza Evangelica Italiana ha fatto sapere che “condanna in maniera ferma e decisa l’efferato crimine commesso ad Altavilla Milicia (Palermo), un atto di violenza inaccettabile che nulla ha a che fare e non può essere associato con la fede e l’etica promosse nelle chiese evangeliche. L’AEI – si legge in una nota – esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, affinché fatti di tale gravità non restino impuniti e sia fatta piena luce su dinamiche, moventi e responsabilità. I cristiani evangelici hanno da sempre promosso un messaggio di amore fraterno e rispetto del prossimo, in linea con l’esempio di Gesù. L’integralismo, la violenza, il fanatismo e strani rituali sono del tutto incompatibili con lo spirito del Vangelo e con la cultura di matrice cristiana e protestante presente anche nel nostro Paese. Come credenti e cittadini, nella storia anche recente restiamo appassionati per la giustizia, l’impegno civile e la promozione del pluralismo, ed impegnati nel sociale al fianco degli ultimi.
Inoltre, la confusione e la disinformazione generate in casi come questi, testimoniano di quanto sia necessaria nel nostro paese una diffusa ed efficace alfabetizzazione religiosa a tutto campo. Confidiamo che le indagini faranno luce su tutte le responsabilità, evitando pericolose generalizzazioni che ledano centinaia di milioni di credenti evangelici nel mondo. Il nostro pensiero va ai familiari delle vittime, nella speranza che simili tragedie non accadano più in nessun altro luogo.”