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POZZUOLI/ Arrestato l’ex presidente della Puteolana Carmine Franco

POZZUOLI/ Arrestato l’ex presidente della Puteolana Carmine Franco
  • Pubblicato26 Marzo 2019

POZZUOLI – C’è anche l’ex presidente della Puteolana 1902, Carmine Franco, 51 anni, tra le dieci persone arrestate questa mattina dalla Guardia di Finanza con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale. Franco è consulente del lavoro di “ALMA S.p.a.” e delle società del gruppo, intermediario abilitato responsabile dell’inoltro telematico della quasi totalità degli F24 ritenuti fraudolenti nell’ambito dell’indagine che sta facendo luce su una maxi truffa che avrebbe provocato un danno all’Erario di oltre 70 milioni di euro. Nei confronti del 51enne sono stati disposti gli arresti domiciliari; insieme a lui è finito nei guai anche il suo consulente Marco Erhard, 42 anni, tenutario della contabilità delle “cartiere”. Delle 10 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare 3 sono finite in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Franco arrivò a Pozzuoli nell’estate del 2017 portando il titolo del Procida e disputando una stagione nel campionato di Eccellenza prima di andare via sbattendo la porta e accusando scarso sostegno da parte dell’amministrazione comunale e del resto della città.

L’INCHIESTA – Questa mattina i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della
Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di
misure cautelari personali e reali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del
Tribunale di Napoli, Dott.ssa Valentina Gallo. Le indagini -coordinate dalla Procura
della Repubblica di Napoli- sono scaturite da una verifica fiscale eseguita dall’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Accertamento – nei confronti della “ALMA S.p.a.”, società
operante nella fornitura di lavoro temporaneo. Gli elementi raccolti nel corso del controllo fiscale facevano fin da subito emergere indizi tali da far supporre l’esistenza di un meccanismo fraudolento di portata e gravità più ampie rispetto alle violazioni che potevano essere contestate in ambito amministrativo dall’Agenzia delle Entrate. In tale contesto, pertanto, le successive indagini delegate alla Guardia di Finanza di Napoli, sfruttando i peculiari strumenti investigativi propri della polizia giudiziaria, hanno reso possibile l’individuazione di un sofisticato e imponente sistema per frodare il Fisco attraverso il meccanismo delle indebite compensazioni d’imposta.

LA FRODE – La compensazione tributaria consiste nella possibilità riconosciuta al contribuente che vanta un credito nei confronti dell’Erario di utilizzarlo per il pagamento di eventuali debiti nei confronti dello stesso. I soggetti indagati sono complessivamente 27, tra cui 3 consulenti fiscali napoletani in stretto rapporto con i principali imprenditori coinvolti, Francesco Barbarino e Luigi Scavone. Questi ultimi avrebbero gestito, tramite prestanomi compiacenti, oltre 30 compagini societarie con 17.000 dipendenti e un fatturato di circa 400 milioni di euro per il solo anno 2017. Il fulcro di questo gruppo societario sarebbe stato individuato nella holding “Altea S.r.l.”. La frode fiscale, che si realizzava in tre fasi, permetteva di non pagare le imposte, i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti attraverso una compensazione con crediti tributari fittizi. In un primo momento, alcune società “cartiere” (prive cioè di strutture operative e/o mezzi imprenditoriali adeguati) formalmente estranee al gruppo, ma di fatto riconducibili agli indagati, creavano un credito IVA inesistente, mediante false fatturazioni. Successivamente tale credito veniva ceduto alle compagini operative del gruppo con un contratto di “accollo”, solo formalmente ineccepibile, nel quale il fittizio credito Iva veniva addirittura asseverato (certificato) dai professionisti abilitati compiacenti. Infine le imprese del gruppo “Alma” azzeravano i loro carichi tributari e contributivi utilizzando in compensazione il falso credito Iva acquisito attraverso gli atti di accollo.

GLI ARRESTI – L’Ordinanza odierna dispone l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 10 indagati, promotori e partecipanti al sodalizio, di cui 3 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie costituenti il
profitto del reato nei confronti di 32 società e, per equivalente, dei beni patrimoniali
riconducibili ai 27 indagati, per un ammontare complessivo pari a oltre 70 milioni di
euro. In particolare, oltre alle disponibilità finanziarie sui conti bancari di società e indagati,
si stanno sottoponendo a sequestro anche immobili di pregio nelle province di
Bergamo, Salerno, Cagliari, Reggio Emilia, Napoli, Caserta, Vibo Valentia, nonché
due ville, ubicate a Capri e Sperlonga, quote societarie e autovetture di grossa
cilindrata intestate agli indagati. L’operazione ha consentito di disarticolare un sistema particolarmente insidioso che, traendo beneficio dalla consistente evasione fiscale posta in essere, ha garantito l’occupazione di segmenti di mercato sempre più ampi, a discapito della libera concorrenza con gli altri operatori economici del settore. Infatti, la maggiore
competitività del gruppo, favorita dall’indebito e illecito risparmio di imposta, ha
permesso allo stesso di realizzare importanti partnership con i primari gruppi
imprenditoriali nazionali della grande distribuzione organizzata.

I NOMI – In carcere sono finiti gli amministratori di fatto del gruppo “Alma” Francesco Barbarino, 48 anni e Luigi Scavone, 44 anni; Francesco Marconi, 47 anni, prestanome degli arrestati nonché rappresentante legale di diritto della “Alma S.p.a.” e di altre società del
gruppo beneficiarie di indebite compensazioni. Agli arresti domiciliari insieme a Carmine Franco e al suo collaboratore sono finiti: Edoardo Rinaldi, 63 anni, amministratore prestanome di società “cartiere” e di altre compagini beneficiarie di indebite compensazioni; Fiorinda Granozio 44 anni, amministratore prestanome di società beneficiarie di indebite compensazioni; Francesco Almanza, 57 anni, consulente fiscale e
intermediario responsabile dell’inoltro telematico delle dichiarazioni Iva delle
“cartiere”; Pietro Di Monda, 52 anni, consulente fiscale e del lavoro, intermediario responsabile dell’inoltro telematico delle dichiarazioni Iva delle “cartiere” e degli F24 fraudolenti.