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Pareo Park deserto: è mistero sulle piscine baby

Pareo Park deserto: è mistero sulle piscine baby
  • Pubblicato25 Giugno 2019
Piscina baby in stato di fermo impianti.

LICOLA – Dopo una domenica di caos, paura e polemiche, ieri mattina il parco acquatico di Licola ha riaperto regolarmente i battenti, ma le piscine dedicate ai più piccoli restano chiuse, dopo la diffida dell’ASL, per ulteriori e più approfonditi controlli da parte dell’ARPAC. Il complesso naturalmente era quasi deserto. Alle 12.30 i paganti erano appena 129 rispetto ai circa 3.5000 dell’inaugurazione stagionale di domenica. Ancora sconosciute le cause delle abrasioni e bolle riportate da numerosi bambini soprattutto su piedi, mani e ginocchia, dopo una mezza giornata di bagni e giochi nell’area del parco a loro dedicata.  Circa cento i piccoli che hanno fatto ricorso alle cure dei medici negli ospedali di Pozzuoli, Giugliano, Frattamaggiore e Napoli.

IL PROPRIETARIO – «La struttura non è mai stata sotto sequestro – ci tiene subito a precisare Vincenzo Schiavo, amministratore unico della Partenope Investment S.r.l., società proprietaria del Pareo Park – ma  abbiamo disposto precauzionalmente la chiusura delle sole due piccole piscine dedicate ai bimbi per consentire ulteriori e più approfondite indagini. Nella restante parte del complesso non si sono riscontrati problemi. Il nostro personale, coadiuvato da una ditta esterna, effettua controlli ogni due ore circa, arrivando anche a cinque verifiche nelle giornate di maggior afflusso di pubblico. Dopo le segnalazioni di alcuni genitori, abbiamo subito ripetuto le ispezioni, non riscontrando anomalie nel dosaggio di cloro. Sono molto dispiaciuto. Per noi la salute e la sicurezza dei bambini viene prima di ogni cosa. Domenica c’era anche mia figlia nel parco. Aspettiamo di ricevere i risultati delle ulteriori analisi in corso da parte dell’Arpac per poter capire cosa sia realmente successo.»

IL “MISTERO” – Resta, dunque, il “giallo” sull’accaduto. L’unica ipotesi che per ora sembra essere stata scartata dalla proprietà è quella relativa ad un errato dosaggio di cloro, contrariamente a quanto supposto inizialmente da tanti. Nei prossimi giorni saranno disponibili i risultati di tutte le indagini, chimico-fisiche e batteriologiche, affidate all’Arpac, che permetteranno di avere un quadro chiaro e completo dello stato di salute delle acque di tutte le piscine. Qualora i riscontri fossero favorevoli bisognerà concentrarsi altrove, magari sui detergenti eventualmente utilizzati per pulire la pavimentazione. Schiavo ha poi concluso: « Da quando abbiamo acquisito la struttura, nel 2017, abbiamo effettuato molti investimenti ed altri ancora sono in programma per cercare di valorizzare il Parco e con esso anche il difficile territorio circostante. Quello di ieri è stato un duro colpo. Qui, tra dipendenti diretti ed indotto, ci sono circa 200 persone che lavorano. La falsa notizia del sequestro, veicolata da più parti, ha contribuito ad aumentare il danno. Sarebbe necessario fare più attenzione quando si diffondono le notizie.»