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«No alla riapertura del carcere femminile» nasce comitato a Pozzuoli, pronta petizione popolare

«No alla riapertura del carcere femminile» nasce comitato a Pozzuoli, pronta petizione popolare
  • Pubblicato16 Novembre 2024

POZZUOLI – No al ritorno delle detenute e alla riapertura carcere femminile a Pozzuoli, si alla riqualificazione dell’area da destinare a scopi sociali e turistici. E’, in sintesi, la proposta avanzata dal neo comitato, costituito da un gruppo di cittadini, che chiede la delocalizzazione della struttura evacuata a fine maggio scorso dopo il forte sciame sismico che mise in ginocchio l’intera città. L’idea è nata dal consigliere comunale di maggioranza Carlo Morra (Spazio Flegreo) che ha subito incassato il sostegno di dei colleghi, tra cui Riccardo Volpe (Pozzuoli Ora), e di numerosi residenti della zona.

LA PROPOSTA – «Chiediamo di studiare un nuovo indirizzo dell’area finalizzato a una rigenerazione urbana. – fa sapere Morra – C’è una visione per il futuro della città che ha un taglio turistico, quindi che senso ha avere un carcere lì, nel centro di Pozzuoli?» si chiede il consigliere di maggioranza che propone lo spostamento della struttura in una zona periferica. «La nostra proposta è di realizzare uno spazio per le associazioni, per i giovani, realizzare un incubatore di idee e cultura dove poter fare una serie di attività come ad esempio pittura, musica, cinema, teatro. Parliamo di uno spazio molto vasto, che va da via Terracciano fino a via Pergolesi, con un belvedere meraviglioso ideale per scopi sociali e culturali. C’è bisogno di una visione futuristica della città, anche in prospettiva del PUC che si sta discutendo in questi giorni».

LA RACCOLTA FIRME – Nonostante il Ministero di Grazia e Giustizia abbia destinato risorse per la ristrutturazione del carcere femminile di Pozzuoli, Carlo Morra si dice fiducioso «Presenterò la proposta al consiglio comunale e avvieremo una petizione popolare, abbiamo davanti un’opportunità per valorizzare quell’area e non possiamo lasciarcela sfuggire».