L’amico di Paolo: «Lui mai cresciuto, una vita tra eccessi e manie di onnipotenza»

POZZUOLI – A parlare di Paolo Pietropaolo è Luigi (nome di fantasia) una vita trascorsa assieme a colui che ora è accusato di omicidio volontario. Anni trascorsi assieme tra scorribande e divertimento. Fino a quando uno dei due non ha voluto saperne di diventare adulto: «Paolo è sempre stato un po’ particolare, avrebbe dovuto ereditare l’impero di famiglia assieme ai fratelli. Ma invece, dalla scomparsa del capostipite, le cose sono andate sempre peggiorando – racconta l’amico che ha chiesto di restare in anonimato – Non era un folle, ma di sicuro amava la vita notturna, le feste e la musica. In quella villa, soprattutto negli anni ’90, sono state organizzate molte feste con tantissima gente.
MAI CRESCIUTO – Lavorare, così come erano abituati a fare i genitori, per lui non se n’è mai parlato. Certo, non stava con le mani in mano. – racconta l’amico – Ed era anche molto eclettico, ma appena aveva un’idea poi la lasciava morire dopo poco. I suoi 40 anni erano arrivati dopo una vita spesso di eccessi. Ed era rimasto fondamentalmente un ragazzino. Da tempo non lo vedevo più in giro. Le nostre vite hanno poi preso strade diverse, come è normale che sia. Dopo una certa età ognuno di noi mette, come si suol dire, la “testa a posto”. Lui, evidentemente, questo concetto non lo ha mai maturato, non lo ha mai fatto suo. Resta il fatto che ha sempre avuto manie di grandezza, di onnipotenza. Probabilmente anche perchè cresciuto in una famiglia arcinota in città e benvoluta da tutti».