Estate flegrea, tre comuni rimasti a guardare
Pozzuoli, Bacoli, Quarto un flop, Monte di Procida, lo show! Il più piccolo dei comuni flegrei anche quest’estate l’ha fatta da padrona offrendo ai propri cittadini una valida alternativa alle vacanze fuori città. Gli altri tre comuni il “nulla”, eccetto qualche piccolo evento o le classiche feste patronali. Ma ciò che colpisce è il netto divario tra il comune di Pozzuoli e quello di Monte di Procida: il primo oltre 100mila anime, simbolo dei Campi Flegrei; il secondo poco meno di 15mila abitanti. E proprio qui si sono vissuti giorni intensi tra musica, spettacoli ed eventi enogastronomici. Di contro, la povertà di eventi che ha contraddistinto in primis Pozzuoli, ma anche gli altri due comuni flegrei. Cosa hanno offerto quest’estate ai propri abitanti?
ZERO EVENTI, ZERO SPETTACOLI, ZERO INIZIATIVE per le decine di migliaia di cittadini rimasti a casa e anche ai “potenziali” turisti. Perchè, è bene ricordarlo, da queste parti si mira a diventare mete turistiche di eccellenza. Scarsità di eventi alla quale si è aggiunto anche un mare “parzialmente” balneabile.
POZZUOLI-MONTE DI PROCIDA: da una parte una città diventata un’enorme “cucina a cielo aperto” che non offre nulla se non un vasto assortimento enogastronomico con i suoi ristoranti, pub e pizzerie. Dall’altra, una cittadina piccola ma organizzata, ormai fiore all’occhiello dei Campi Flegrei in materia di “Entertainment”. E’ un dato di fatto. Non siamo qui a tessere le lodi al più piccolo dei paesi flegrei, ma a rimarcare l’impasse che da anni accompagna gli altri tre, in primis Pozzuoli.
E’ STORIA: Pozzuoli non offre nulla a chi non parte per altre mete Pozzuoli, Monte di Procida si. Eccetto le storiche manifestazioni religiose in onore della Santissima Maria Assunta, con il classico pennone e la consueta processione, con la città adornata di bancarelle, per il resto Pozzuoli ha presentato ancora una volta un menù disastroso. L’anno scorso qualcuno ha puntato il dito contro la mancanza della politica in città. “Il commissario non ha fatto niente per la città” la più classica delle esclamazioni retoriche, le “colpe” date agli altri.
MA LE COLPE, semmai dovessero essere individuati uno o più responsabili, sarebbero da attribuire ancora una volta alla politica. E di conseguenza alle figure istituzionali preposte, ai vari assessori allo spettacolo, al turismo che si sono succeduti nel corso degli anni senza mai gettare le basi per una valida programmazione di eventi e spettacoli. Cosa hanno fatto durante il loro interregno, l’ultimo ed anche il penultimo assessore agli spettacoli in carica? Conti, o meglio fatti alla mano, potremmo dire nulla.
APPESI AL “PALO DI SAPONE”- A Pozzuoli oltre al classico “Pennone a mare” , non esiste un evento di richiamo. E ad organizzare la manifestazione non è nemmeno il Comune di Pozzuoli, ma la comunità di pescatori che da anni “resiste” ai cambiamenti. Non esiste un avvenimento che potrebbe convogliare in piazza cittadini di ogni età, nè tantomeno sagre, feste di piazza. Il nulla, eccetto la rassegna di Jazz, evento riservato ad un target di cittadini ben definito. Qualcuno storcerà il naso, magari si parlerà ancora una volta di problemi economici, di mancanza di denaro nelle casse dell’ente. Ebbene, seppur non nelle disponibilità del comune di Pozzuoli “ingaggiare” grossi nomi, cantanti, showman si sarebbe potuto ottemperare magari ricorrendo all’aiuto di associazioni le quali non si sono mai tirate indietro, specie se per eventi patrocinati dal comune.
STESSA STORIA a Bacoli e Quarto, dove eventi di grandi richiamo non si sono vissuti. Amministrazioni ferme, i cittadini alla mercè degli eventi di tutti i giorni. A salvare Bacoli ancora una volta “Sant’Anna”, mentre a Quarto si è “rimasti al palo”.
NULLA messo in campo per le famiglie, per i giovani, anziani e bambini. E l’ennesima estate deludente che ha visto tanti puteolani, ma anche bacolesi e quartesi che non potendo permettersi una vacanza fuori città, sono stati costretti alla classica passeggiata tra i tavolini dei locali, il caos e il traffico. Nulla più.
GENNARO DEL GIUDICE
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