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«Ciao Tilde» In centinaia per l’ultimo saluto alla mamma di Salemme – LE FOTO

«Ciao Tilde» In centinaia per l’ultimo saluto alla mamma di Salemme – LE FOTO
  • Pubblicato15 Marzo 2016
Vincenzo Salemme
Vincenzo Salemme

BACOLI – Chiesa gremita per l’ultimo saluto a Clotilde Di Meo, madre dell’attore e regista Vincenzo Salemme. Ad unirsi al dolore dell’artista e dei suoi familiari per la perdita della mamma sono stati in molti. I funerali della maestra Tilde, come tutti la chiamavano in paese si sono svolti stamane, martedì 15 marzo, nella Chiesa di Sant’Anna, nell’omonima via. Ad officiare la messa, Padre Carmine insieme con Padre Giorgio, anch’essi visibilmente commossi e partecipi del dolore di quanti hanno avuto la fortuna di conoscere una donna che ha trascorso la propria vita dedicando tutta se stessa alla famiglia e ai suoi studenti.

La folla che ha gremito la chiesa
La folla che ha gremito la chiesa

L’OMELIA DEL PARROCO – La madre dell’attore si è spenta all’età di 85 anni nella sua casa di via Gaetano de Rosa, ove risiedeva da tempo. «Bacoli piange la perdita di una cara donna. Mi mancherai tanto, Tilde», queste le parole con le quali ha esordito Padre Carmine, rivolgendosi alla famiglia devastata dal dolore e sottolineando poi durante l’Omelia che «di Tilde bisognerà ricordare sempre con un sorriso la sua generosità e la sua dolcezza d’animo. Mancherà a tutti – ha ammesso il parroco – ma nella Grazia del Signore ha trovato la pace. Questa deve essere la nostra forza».

I funerali della mamma di Salemme
I funerali della mamma di Salemme

IN CENTINAIA PER L’ADDIO – In centinaia le persone accorse ad abbracciare, anche soltanto con la loro presenza la famiglia Salemme: i parenti, gli amici di sempre, colleghi, conoscenti. Non sono mancati attori ed amici sul set come nella vita. Da Adele Pandolfi a Maurizio Aiello, Carlo Buccirosso, Nando Paone e tanti altri. Paone e Buccirosso hanno avuto l’onore di conoscere la signora Tilde durante la realizzazione del film “A ruota libera”, uscito sul grande schermo nel 2000 e diretto proprio da Vincenzo Salemme il quale inserì tra le comparse anche la sua cara mamma.

A sinistra la mamma di Salemme
A sinistra la mamma di Salemme

IL DOLORE DELL’ATTORE SU FACEBOOK – Un addio non facile quello che ha dovuto dare in queste ore Vincenzo Salemme a chi lo ha messo al mondo. «Mia mamma si chiamava Clotilde ma tutti la chiamavano Tilde. Qualche amico scherzando la chiamava Tildona. Mio padre per esempio. Penso che né lui né gli altri si riferissero alle sue curve abbondanti. Credo che ne volessero sottolineare la prepotente personalità. Era una valanga psichica! In assoluto la persona più penetrante ingombrante emozionante che abbia mai conosciuto. Era molto intelligente, vivace, geniale per certi versi, folle sotto altri aspetti. Mi sorprende la voragine che lascia nel mio cuore. Come se mi avesse portato via l’anima. Solo ora mi rendo conto che tutto ciò che sono, che ho fatto, scritto, recitato, amato, fuggito, è, in un modo o nell’altro, legato a mia madre. Solo ora mi accorgo che con lei ho perso per sempre chi credevo di avere già perso: mio padre, zia Anna, zio Mario, zio Vito, zia Clara, i miei amici che mi hanno lasciato in questi ultimi mesi.

8TUTTO MI RIPORTA A LEI – Solo ora capisco che devo lottare per non perdere tutto quello che resta e che, ancora una volta, mi riporta a lei: i miei fratelli, Valeria, zia Emma e zia Maria, zio Ottavio e zio Romano, i loro figli miei amati cugini, i miei cari nipoti, zio Livio e i Salemme di Capo Miseno, la casa di via Gaetano De Rosa, Bacoli, e tutto quello che in seguito è arrivato e che, inevitabilmente, mi sussurra di lei: albina, il cinema, l’infinito teatro… Tutto mi riporta a lei. Anche la paura angosciosa e triste che mi stringe il cuore in questo momento. Una paura che mi ricorda la sua: terribile, inesorabile. Aveva paura di morire. Da morire! Ogni giorno. Ogni giorno per paura rinunciava al suo enorme talento. Non voglio che di mamma, Clotilde detta Tilde, mi resti soltanto quest’ultimo tratto feroce fatto di occhi sbarrati, respiri affannosi, sonni perduti. Non voglio il ricordo della sua fame d’aria. Voglio che mi lasci il suo sguardo di sbieco, di chi ruba osservando la natura degli altri e ne addomestica il verso. Voglio che mi resti il ricordo della sua memoria prodigiosa, dei suoi pranzi per trenta invitati, le sue braccia possenti mentre impasta la pizza, del suo amore per Enzo Maria…». Questo il ricordo della madre che l’attore affida al social network di Facebook. 

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