Camorra, patto Sarno-Longobardi: la furia di Beneduce contro Pagliuca “Testa di c….”
POZZUOLI – Due luogotenenti sul territorio, uno per i Longobardi e uno per i Sarno. Erano Salvatore Pagliuca detto “o biondo” e Antonio Bevilacqua, coloro che diedero seguito, sul terreno, al patto stipulato nel carcere, a partire dal 2007, tra i boss Gennaro Longobardi e Luciano Sarno, detenuti nello stesso periodo nel penitenziario dell’Aquila. E ‘o biondo andava orgoglioso di quell’accordo come si evince da un colloquio data 15 settembre 2008 avvenuto nel carcere di Secondigliano.
LA SODDISFAZIONE – In quell’occasione Salvatore riferisce al figlio Procolo detto “Lino”, in quel momento detenuto, dell’incontro con “quelli di Ponticelli” commentando che “Noi abbiamo i Sarno a Pozzuoli….Ci siamo dichiarati, dove andiamo andiamo, però loro hanno sempre detto che bisogna sempre dire Pagliuca-Sarno”. Un accordo che portò a una spartizione dei proventi delle estorsioni e dello spaccio di droga in cambio di un supporto militare che i Sarno offrivano ai Longobardi-Pagliuca. E il duplice omicidio Iacuaniello-Di Bonito fu il suggello al patto di sangue tra i due clan.
LA LETTERA – Ma quel patto fece infuriare i Beneduce, in particolare Rosario, uno dei figli del boss Gaetano. Rabbia che il giovane manifestò inviando una lettera a Procolo Pagliuca nella quale lo definiva “boss Lino”. Rosario Beneduce attualmente sta scontando 15 anni di carcere dopo l’arresto durante l’operazione “Penelope”. “Non serve a niente che ti vai a vaviare vicino alla gente di Napoli perché tu forse non lo sai povero **** buffone che tu e pure i napoletani compreso tutta la tua famiglia ci fate ******* ho saputo un pò di cose sul tuo conto e adesso mi hai fatto arrabbiare…è inutile che vai a parlare vicino ai napoletani testa di *******…”