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CALCIO/ Rione Terra, la favola della Juniores è da play off!

CALCIO/ Rione Terra, la favola della Juniores è da play off!
  • Pubblicato24 Marzo 2013
La festa del team juniores del Rione Terra

RIONE TERRA –  Il sogno si materializza al Dietro la vigna di Piscinola: il Rione Terra batte il Miano (2 a 4) nell’ultima giornata della stagione regolare del girone F del campionato Juniores regionale. Partita con l’intento di valorizzare il gruppo di ’94 , ’95 e ’96, per l’eventuale salto nella categoria superiore, la Promozione, della prima squadra, e rafforzata dal plusvalore dei due ’93 Antonio Carnevale e Gennaro Del Giudice, i fuori quota, la Juniores del mister Gaetano Sarnacchiaro da matricola nel massimo torneo giovanile a regime della Figc Campania stacca il pass per i play off. Il 4 aprile saranno di scena nel dentro o fuori di Pontcagnano, gli azzurrini di Sarnacchiaro, che hanno dato una grandissima soddisfazione al dottore Sergio Di Bonito, presidente del Rione Terra. Al primo posto del girone invece ha chiuso il Portici, con un punto di vantaggio sul team puteolano, mentre ha chiuso al terzo posto la Sibilla del mister Pasquale Illiano.

L'undici Juniores del Rione Terra

PER LA CRONACA –  lunedì pomeriggio il Rione Terra è partito forte con la doppietta del primo tempo di Antonio Carnevale, che così ha chiuso la regular season con 12 gol all’attivo. Splendida la prestazione dell’attaccante Gennaro Del Giudice che ha servito a Carnevale l’assist dello 0-1, realizzato al pronti via, e poi da giocoliere si è propiziato la punizione del secondo sigillo del “gemello” di via Napoli. Nella seconda frazione di gioco poi Del Giudice ha segnato lo 0 a 3, dopo poche manciate dalla ripresa delle ostilità. A quel punto il Rione Terra si è rilassato e il Miano ha riaperto la partita. Del Giudice però ha messo le cose sulla retta via sfruttando alla perfezione l’invito al bacio di Antonio Trincone. Sul finale, sempre su imbeccate di Del Giudice, sono andati ad un passo dalla marcatura i vari Raffaele Papaccio, due volte Di Giovanni e Baldino. Ora la Juniores del Rione Terra  è attesa da giornate di duro allenamento per fare in modo che la loro favola da “matricola terribile” non chiuderà il sipario a Pontecagnano.

Il presidente del "Rione Terra" Sergio Di Bonito

IL PRESIDENTE – La soddisfazione del dottore Sergio Di Bonito. Il presidente del Rione Terra è chiaramente soddisfatto per il risultato ottenuto. «La formazione Juniores l’abbiamo istituita in via sperimentale, per un eventuale passaggio in Promozione, nella categoria superiore, o con la vittoria del campionato o dei play off, o col ripescaggio. Sono felice che aldilà dello splendido risultato ottenuto la semina del mister Gaetano Sarnacchiaro ha portato a qualcosa di buono. Dico ai ragazzi di lavorare sodo e di non fermarsi mai, perchè loro sono una parte essenziale del progetto Rione Terra»

L’ANALISI – dell’allenatore Gaetano Sarnacchiaro. «L’idea della juniores del Rione Terra nasce da lontano, praticamente dalla nascita della società. Primo e più fervido sostenitore ne è stato il nostro dottore Antonio Russo (che ad oggi non ha saltato una partita dei giovani leoncini). Poi finalmente, anche per la sua ultima e decisiva spinta, la società ha effettuato un investimento per il futuro. La prospettiva del campionato di Promozione che si sta costruendo da un paio di anni aveva bisogno di giocatori fatti in casa. Tutti nella società abbiamo affiancato il presidente Sergio Di Bonito perchè volevamo un calcio diverso fatto di persone, agonismo, onore e cultura del rispetto. Per farlo dobbiamo selezionare le persone con calma e attenzione. I ragazzi della juniores per questo hanno un ruolo fondamentale ma non sempre hanno vissuto realtà sportive fatte di sano agonismo. Per scegliere le persone (prima che i giocatori) abbiamo iniziato a costruire prima dell’ultimo minuto, consapevoli che all’inizio avremmo avuto una squadra costruita solo con giocatori lasciati liberi dalle loro precedenti società. Ci siamo però accorti di una certa miopia degli altri settori giovanili. Loro lavoravano per utilità economiche future e curavano principalmente il talento di alcuni a danno del valore di tutti. Noi abbiamo posto l’accento sulla voce di gruppo. Sulla indispensabilità del sacrificio collettivo come energia inevitabile per chiedere di più a noi stessi. Abbiamo dato fiducia a chi voleva impegnarsi e abbiamo allontanato talenti che non volevano farlo. Questo ci ha ripagato, ma, soprattutto, ha ripagato i ragazzi che hanno trovato una società che offre possibilità a chi vuole crescere. Per farlo lavoriamo spesso fino ad oltre le ore 22:00.

L'allenatore del Rione Terra Mister Sarnacchiaro

“STILE RIONE TERRA” – I ragazzi – prosegue Sarnacchiaro –  tornano tardi a casa e si alzano presto per la scuola. Tentiamo di premiare la volontà e spesso questa ha migliorato i giocatori più di quanto loro stessi non si aspettassero. Certamente non avevamo l’assillo del risultato. Ma questo non lo avremo mai. Lo sport giovanile è da noi inteso come momento di crescita in cui il risultato è un premio non un obbligo. Per inculcare questa cultura è necessaria una comunità di intenti principalmente societaria. In questo senso, il direttore sportivo Rodolfo Fortuna, il team manager Salvatore Coppola ed il segretario Giovanni Volpe hanno svolto un ruolo fondamentale nel dare un esempio di correttezza e passione che ha indicato la via dei comportamenti migliori dentro e fuori dal campo. La loro presenza e figura fa effettuare un salto di categoria alla società e di questo ne traggono beneficio anche i comportamenti a specchio dei ragazzi. Anche il modo di agire del presidente Sergio Di Bonito, del vicepresidente Mario Di Bonito, e del Responsabile area marketing Massimo Avallone, con l’innesto di Fortunato Stellitano, persona perbene e passionale, hanno dato serenità all’ambiente eliminando le fonti di destabilizzazione e dando la immediata prova di serietà e coerenza che alcune volte mancano in un calcio fatto anche di false promesse e pressapochismo generale.

L’AFFETTO PER LA SQUADRA – Anche alcuni giocatori – spiega mister Sarancchiaro nella lunga intervista – della prima squadra hanno voluto manifestare simpatia ed affetto per la juniores (il capitano Ginestra in primis insieme al portiere Diego D’Isanto che hanno seguito da vicino il percorso dei piccoli leoncini) e questo ha dato fiducia e coraggio ai giovani ragazzi quasi tutti appena usciti dalla categoria allievi e non ancora abituati anche ad essere seguiti da tifosi doc come l’inarrestabile “don” Vincenzo Buonanno, esempio di come la passione per lo sport davvero non conosca categorie. Siamo convinti che anche nelle piccole cose si debba dare esempio di equilibrio e correttezza. Pensiamo che i ragazzi abbiano bisogno di esempi più che di parole e che sia la coerenza la strada maestra per non renderli insicuri in un’età difficile in cui acquisiscono le forme del carattere adulto come giocatori e come uomini. Crediamo che ai ragazzi debba essere data la possibilità di scegliere e abbiamo fissato l’obiettivo di renderci consapevoli degli errori e della nostra imperfezione, con l’unico obbligo di fare tutto quello che potevamo per dare il meglio di noi.

LA MARCIA –  La prima partita di campionato abbiamo perso a Ischia – racconta il Mister che ricorda il ruolino di marcia del team giovanile – La nostra era una squadra formata da rincalzi di altre squadre e pochi ragazzi che hanno creduto nel nostro gruppo a scapito club più blasonati. Ci hanno subito detto che non avremmo mai vinto una partita. Ma queste voci alla squadra non importavano. Abbiano creduto nell’auto coscienza e nella potenza della volontà. Loro hanno scelto il capitano ed il vicecapitano. Con questo atto hanno cominciato a imparare il senso di responsabilità. Lo stesso senso che hanno mantenuto fino ad oggi. Ci sono giocatori che da settembre non hanno saltato un solo allenamento. La maggior parte del gruppo ha pochissime assenza dettate solo da malanni invernali e necessità scolastiche. Si gioca il lunedì e ci alleniamo il martedì eppure chi ha i 90 min nelle gambe è al campo anche solo per stare con i compagni. Si gioca in undici e ci sono 23 tesserati. In questi mesi ci sono state solo tre proteste morbidissime da parte di altrettanti giocatori meno utilizzati in quel momento ma che poi hanno sudato quando è toccato a loro. Credo che questo sia il dato più importante di tutti. Più di quello di:avere portato a giocare come titolari in prima squadra ragazzi juniores ripescati nella amatorialità del torneo UISP; donare alla FIGC Napoli nove/undicesimi della rappresentativa provinciale, con ragazzi che facevano panchina negli allievi provinciali ma che si sono sempre allenati con serietà e passione; aver chiuso le partite con il terzo tempo ed il rispetto di qualsiasi avversario dopo qualsiasi risultato; essere imbattuti tra le mura di casa; avere la migliore difesa del girone con 20 gol subiti e tra le prime 10 dell’intera regione Campania ove partecipano oltre 110 squadre juniores. Unico rammarico non esser stati osservati dalla rappresentativa regionale. Per dodici delle ultime 16 giornate siamo stati la capolista e per le altre quattro al secondo posto di un girone che ha visto dare ben 5 giocatori alla rappresentativa regionale Campania. Abbiamo battuto corazzate storiche come la Sibilla Bacoli, il Portici 1906 ed il San Giorgio 1926, eppure mai una
convocazione per i nostri ragazzi. Peccato per loro. Gli errori ci sono stati e ci saranno sempre…

LA FORZA DEL GRUPPO – Infine,  un ringraziamento particolare al lavoro del presidentissimo Di Bonito, che dedica anima e cuore alla “causa” Rione Terra – La forza questa società viene dall’esempio del nostro Presidente Sergio Di Bonito che da dieci anni insegna che questi non possono provocare immediate decapitazioni ma solo riconoscimento e memoria per futuri miglioramenti. Infatti, i miglioramenti del Rione Terra ci sono stati ogni singolo anno partendo dalla terza categoria di quel lontano 2002. Questa società ha l’orgoglio di aver creduto nel calcio a Pozzuoli per i suoi cittadini. Tutto il gruppo dirigente è puteolano ed anche quasi tutti i giocatori. Dove vogliamo o possiamo arrivare? Il nostro vero obiettivo è dare entusiasmo e speranza in un calcio fatto di passione senza età e senza categoria. Noi abbiamo rispettato gli altri e ci piacerebbe che questo nostro esempio fosse da loro capito. Per diffonderlo abbiamo allargato la rosa alla squadra juniores che ha voluto ripagarci con un risultato sportivo inaspettato ed uno morale che abbiamo sempre cercato. Abbiamo fuso un gruppo in cui si è consapevoli che il calcio è fatto di momenti, episodi, fortuna e bravura e nessuno potrà mai essere perfetto. Le partite si possono vincere o perdere… Ma mai giocate con il rimpianto che si sarebbe potuto fare uno sforzo in più. Ci siamo sempre posti un obiettivo: giocare e allenarci al massimo delle nostre potenzialità. Questa è l’unica cosa che ci chiedono i nostri ragazzi e tutti coloro che fanno parte di questa avventura. Loro non danno mai per scontato che vivranno in eterno e che tutto andrà sempre per il meglio. Sanno che se vogliono vivere devono respirare… e se vogliono vincere devono fare meglio degli altri, così che nel momento delle decisioni si possa plasmare il loro destino».