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POZZUOLI/ Giorno e notte nella fabbrica che vogliono chiudere: va avanti la protesta di 18 dipendenti della Celli Group

POZZUOLI/ Giorno e notte nella fabbrica che vogliono chiudere: va avanti la protesta di 18 dipendenti della Celli Group
  • Pubblicato27 Ottobre 2025

POZZUOLI – «È intenzione dell’azienda accorpare i siti allo scopo di razionalizzare i costi e i ricavi» motivo per cui i lavoratori di Pozzuoli dovrebbero trasferirsi a Rimini senza garanzie per il loro futuro. Un dramma che sta investendo diciotto dipendenti della “Celli Group”, azienda che produce macchine per l’erogazione di bevande. Nei mesi scorsi i vertici hanno comunicato la volontà di chiudere la sede di Pozzuoli e di trasferire uomini e impianti a 700 chilometri, mettendo fine all’esistenza di una storica azienda che per 40 anni ha prodotto macchinari nella sede di via Campana sotto il nome di CAB, società che lo scorso anno è stata acquistata e incorporata da “Celli Group”. Decisione che ha portato allo stato di mobilitazione da parte dei 18 dipendenti che da oltre un mese stanno occupando la fabbrica giorno e notte per rivendicare il loro sacrosanto diritto al lavoro.

LE CONTRADDIZIONI – I lavoratori contestano anche l’atteggiamento dei vertici aziendali, che in una comunicazione ufficiale del 30 ottobre 2024 proprio in merito all’incorporazione della CAB avevano rassicurato che “Non sono previste nell’ambito della fusione conseguenze per i lavoratori – si legge nella nota inviata ai sindacati – in particolare, la fusione non determinerà il cambiamento della sede di lavoro dei dipendenti CAB spa nè avrà impatti occupazionali sul gruppo”. Parole che dopo appena un anno sono diventate carta straccia. Nel frattempo, la motivazione ufficiale fornita dall’azienda in occasione del tavolo istituzionale in Prefettura del 6 ottobre scorso, è quella di voler “accorpare i siti produttivi per razionalizzare costi e ricavi”, mentre è stato ribadito in ogni incontro con rappresentanti delle organizzazioni sindacali l’intenzione di non voler aprire alcuna crisi industriale, in quanto una crisi effettiva non esiste. Tradotto: non c’è crisi, l’azienda a Pozzuoli guadagna ma a Rimini potrebbe guadagnare di più. E a pagarne le spese sono ancora una volta i lavoratori.